La rabbia dei genitori: «I bambini restino a scuola a Navezze»
La chiusura della scuola Nodari di Navezze, dovuta alla carenza di nuovi iscritti, genera forti polemiche in paese. I genitori di alcuni degli alunni della primaria si schierano in queste ore contro la decisione di «staccare la spina» a un plesso che ha animato per decenni un’intera frazione.
«Eravamo stati rassicurati dal sindaco sulla sopravvivenza della scuola di Navezze – dicono i genitori – e ora all’improvviso il cambio di idea che costringe i bambini a migrare in un altro plesso. Navezze è una scuola bella, accogliente, a misura di bambino. Tutti i piccoli si sono subito ambientati. Ora per loro il trasferimento a Casaglio, una scuola già sovraffollata, sarà traumatico. Ci batteremo per trovare una soluzione alternativa».
Solo un mese fa, all’apertura delle iscrizioni del nuovo anno, si respirava un discreto ottimismo: una ridistribuzione degli alunni di prima elementare e una convergenza verso Navezze sembravano le soluzioni più adatte per tamponare la contrazione nel numero di nuovi iscritti.
Il calo delle adesioni e una proiezione del dato demografico tutt’altro che rassicurante hanno invece ribaltato, nei giorni scorsi, la situazione. Giovedì il sindaco di Gussago Giovanni Coccoli ha così ufficializzato la decisione di chiudere la struttura di via Molino Vecchio. Le attuali classi prima e terza saranno trasferite a settembre nella scuola di Casaglio. Gli undici bambini che si erano iscritti in prima a Navezze dovranno invece trasferirsi a Casaglio o a Sale. E la polemica divampa in paese. «Invece di spostare 7 o 8 bambini per formare una nuova prima a Navezze si è preferito spostare due classi a Casaglio che ospita già, lo ricordiamo, anche i piccoli della scuola dell’infanzia Piovanelli – concludono i genitori –. Non è la carenza di iscritti il problema, ma è meramente una questione economica. Non si vuole tenere aperta una scuola. A Casaglio, lo ricordiamo, non ci sono aule di sostegno, i bambini mangiano in classe perché non hanno l’aula mensa. Noi non ci arrendiamo e ci metteremo in pista per formulare proposte che possano risolvere il problema e mantenere in vita l’unico punto di aggregazione della nostra frazione».
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