La Provincia approva un aumento delle tariffe dell’acqua di 25 euro
Dopo la nuova ondata di stravolgimenti emersi sulla vicenda del progetto relativo al depuratore del Garda, che a causa di un cambio delle norme dell’Ue andrà rivisto, lo scenario più atteso e immaginato era quello di una levata di scudi, con le diverse parti politiche pronte ad alzare i toni della contesa.
Invece nulla di tutto questo è successo ieri tra i banchi del Consiglio provinciale, chiamato a esprimersi sullo schema che, su delibera di Arera, regolerà il sistema tariffario del Servizio idrico integrato per il periodo 2024-2029. Approvato all’unanimità (con l’eccezione del consigliere Andrea Curcio, che è uscito poco prima delle dichiarazioni di voto, non ha votato, ed è rientrato a votazione di immediata eseguibilità conclusa), il nuovo piano prevede un aumento considerevole delle tariffe a carico delle famiglie.
Il perché dell’aumento
Rispetto al 2023, le tariffe 2024/2025 prevedono un aumento in valore assoluto di circa 25 euro. Le ragioni della crescita sono due: anzitutto la tariffa è calcolata sui due anni precedenti, quindi 2022 e 2023 e i costi per i gestori del servizio, quindi A2A e Acque Bresciane, in questo biennio sono aumentati tra inflazione, energia e rivalutazioni monetarie. Il biennio passato è stato critico dal punto di vista congiunturale e ha perciò comportato numeri che non si vedevano da anni.
La seconda motivazione è dovuta a una espressa volontà da parte dei Consigli di amministrazione di dare continuità al processo di investimenti già avviato sul territorio provinciale. Quest’ultimo è necessario per superare le infrazioni comunitarie e per dare al territorio infrastrutture idrauliche che siano all’altezza del Bresciano, che è ancora caratterizzato da grosse lacune da questo punto di vista. Gli investimenti di Acque Bresciane ammontano a 281 milioni, quelli di A2A a 321 milioni. Fanno parte di queste cifre anche i contributi Pnrr ricevuti: quasi 40 milioni di euro vanno sui capitoli della fognatura e della depurazione e altri 36 milioni sull’acquedotto. Un contributo di 27 milioni va per la realizzazione dell’acquedotto della Valtrompia.
Nel complesso gli investimenti previsti da Ato di Brescia per il periodo 2024/2029 ammontano quindi a 611 milioni. Importo a cui vanno però ancora aggiunti i costi di collettamento e depurazione del Garda.
Dichiarazioni
Un dettaglio che preoccupa, «dal momento che con una spesa prevista di 240 milioni - ha osservato il consigliere Sergio Aurora - il depuratore rappresenterà probabilmente una delle partite più importanti dal punto di vista economico: se non giungeranno contributi ad hoc è chiaro che l’aggravio delle tariffe a quel punto diventerà proibitivo».
Filippo Ferrari ha osservato come «sebbene non sia mai semplice quando si va a votare per un aumento delle tariffe, il gruppo consiliare del Partito Democratico voterà favorevolmente».
Il leghista Marco Togni, peraltro direttamente interessato dalla questione del depuratore del Garda in quanto sindaco di Montichiari, ha chiesto che tra gli obiettivi futuri ci sia «una attenta analisi da parte della Provincia per quanto riguarda la gestione del Servizio idrico integrato».
Anche Fabio Capra ha domandato al Consiglio provinciale che vengano fatte «verifiche puntuali sulle modalità con cui gli investimenti verranno portati a termine nei prossimi anni».
Nominata esplicitamente solo da Aurora, la questione del depuratore del Garda rimane comunque un’incognita e, insieme, una faccenda che promette di scatenare quanto prima nuove battaglie, cosa che certo non auspica il commissario straordinario, il prefetto di Brescia, Andrea Polichetti.
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