La protesta a Iseo: «No alla partnership tra Torbiere e Beretta»

La Redazione Web
La nota firmata da diciannove associazioni ambientalistiche: «Lapalissiano il conflitto tra una riserva naturale di valenza europea e un’azienda che produce mezzi per uccidere vita e biodiversità»
Le Torbiere, uno dei luoghi simbolo del Sebino - © www.giornaledibrescia.it
Le Torbiere, uno dei luoghi simbolo del Sebino - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Questa collaborazione non s’ha da fare». Un gruppo di diciannove associazioni ambientalistiche condanna duramente la stipula della partnership tra la Riserva naturale delle Torbiere e la società Beretta.

La nota

«Risulta lapalissiano – scrivono in una nota – lo stridente conflitto tra una riserva naturale di valenza europea, dove vita e biodiversità sono alla base della mission istituzionale, e una azienda privata che produce mezzi per uccidere questa vita e questa biodiversità, soprattutto in un’area in cui la pressione venatoria, lecita e non, ha negli ultimi decenni devastato ambiente, fauna selvatica e intimidito con fucilate i visitatori. Ed anche considerato l’attuale periodo storico in cui imperversano diverse atroci guerre».

La riserva peraltro, rilevano gli ambientalisti, «è assediata da 20 appostamenti fissi rinnovati senza la doverosa valutazione di Incidenza in contrasto con la normativa comunitaria, che prevede una approfondita valutazione degli impatti complessivi e cumulativi».

Correttezza istituzionale

Le associazioni contestano anche la correttezza istituzionale dell’operazione, in quanto «l’attuale presidente dell’ente gestore Flavio Bonardi ha terminato il suo mandato il 31 ottobre, asserendo nell’ultima riunione di Comunità di Riserva che sarebbe rimasto fino alla formale nomina del nuovo presidente, che avverrà tra pochi giorni, solo ed esclusivamente per gestire l’ordinaria amministrazione. Questa collaborazione, figlia di rapporti personali tra il presidente e l’azienda privata, non è di certo considerabile ordinaria amministrazione».

L’appello

Da qui l’appello ai sindaci dei Comuni di Iseo, Provaglio e Corte Franca, che condividono la gestione dell’area umida: la richiesta è di «intervenire adeguatamente tramite i propri rappresentanti in Consiglio di gestione in modo che questo strampalato colpo di coda non venga ratificato».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.