La messa in ricordo di Tovini, «profeta che ha vissuto come un santo»
«Un uomo di preghiera, un profeta che ha vissuto come un santo», questo era Giuseppe Tovini nelle parole di Giovanni Battista Piccioli; il vescovo emerito di Daule in Ecuador ha celebrato oggi la messa nell’anniversario del dies natalis del beato camuno nella chiesa di San Luca in città.
Il santuario di via San Martino della Battaglia ha accolto i molti arrivati per partecipare alla celebrazione illuminato da nuova luce; merito dell’intervento coordinato dal parroco mons. Giovanni Manenti e realizzato grazie al sostegno delle Fondazioni Tovini e Togni Cantoni Marca e della Fondazione Banca San Paolo. Un intervento (dal grande impatto visivo) lodato da Michele Bonetti, presidente della Fondazione Tovini: «Diciamo grazie al parroco per il suo impegno nel rilancio di San Luca, il santuario dei laici cattolici bresciani». Non solo nuova illuminazione, ora la chiesa è anche aperta tutti i giorni dalle 8 alle 19.
All’interno sono sepolti Giuseppe Tovini (davanti alla sua tomba pregò Giovanni Paolo II quanto venne a Brescia per beatificarlo nel 1998) e il Servo di Dio Vittorino Chizzolini; proprio accanto alla tomba del «maestro dei maestri» (come lo definiva Giuseppe Camadini) è stato installato un totem che trasmette la vita delle due illustri figure. «Giuseppe Tovini - ha detto mons. Piccioli nell’omelia particolarmente appassionata - è stato un uomo che ha vinto le tentazioni, che non si è mai lasciato sedurre dal peccato». Era, appunto, un uomo che pregava. «Oggi non si prega più - ha proseguito - perché Dio è escluso dalla quotidianità, ma senza Dio non c’è speranza. Il risultato è un mondo che produce violenza, per arginare tutto questo riscopriamo la bellezza fondamentale del pregare».
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