La lapide goliardica è tornata a casa, sulle pareti del liceo Arnaldo

Barbara Fenotti
Dopo quasi 30 anni è stata riposizionata nella scuola cittadina: «Per noi fu un momento di forte amicizia ma volevamo anche mostrare gratitudine»
  • La posa della lapide goliardica al liceo Arnaldo
    La posa della lapide goliardica al liceo Arnaldo - © www.giornaledibrescia.it
  • La posa della lapide goliardica al liceo Arnaldo
    La posa della lapide goliardica al liceo Arnaldo - © www.giornaledibrescia.it
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    La posa della lapide goliardica al liceo Arnaldo - © www.giornaledibrescia.it
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Un «cold case» durato quasi 30 anni, che stamattina è stato ufficialmente risolto con l'inaugurazione, al liceo Arnaldo, della lapide apposta nella notte a cavallo tra il 9 e il 10 giugno del 1996 da un gruppo di ex studenti del liceo cittadino composto da Nicola e Luigi Cosciani, Aldo Mazzocchi, Domenico Chiarini, Luca Rizzotti e Piero Domeneghini.

Sopra la scritta: «L’uomo diviene ciò che per lui è scritto dagli dei se forgiato dagli uomini e illuminato dalle idee». Firmato: «Gli studenti posero 1986-1996».

La foto del 1996 con la lapide
La foto del 1996 con la lapide

La lapide fu subito rimossa e il gesto degli autori - che all'epoca dei fatti rimasero sconosciuti nonostante l'intervento dei carabinieri, chiamati dal preside - venne bollato come goliardico. Loro stessi stamattina hanno spiegato che non fu solo e propriamente così: «Per noi fu un momento di forte amicizia ed empatia a dieci anni dalla maturità, ma volevamo anche mostrare gratitudine nei confronti dell'Arnaldo e ringraziare i nostri professori, che sono stati le nostre guide».

Per anni il gruppo ha provato a far riappendere la lapide dove loro stessi la apposero, ma senza mai riuscirci. Finché hanno trovato l'apertura a lungo cercata nell'attuale dirigente scolastica, la professoressa Elena Lazzari. «Con questa cerimonia andiamo oltre la dimensione goliardica - ha detto Lazzari -: è una mattinata seria, nella quale andiamo a parlare di scuola, educazione e formazione e di cosa queste lascino negli studenti con il passare del tempo. In secondo luogo parliamo di gratitudine e di crescita».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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