La gigantografia della diga di Mirko Zanetti al Museo del Vajont

Angelo Seneci
Lo scatto del lumezzanese sarà esposto in maniera permanente a Longarone
La consegna della gigantografia di Mirko Zanetti -  © www.giornaledibrescia.it
La consegna della gigantografia di Mirko Zanetti - © www.giornaledibrescia.it
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La gigantografia del lumezzanese Mirko Zanetti sulla tragedia del Vajont ha trovato la sede definitiva al museo del Vajont di Longarone. Lo scorso anno, insieme ad altri 59 scatti, nel mese di ottobre venne ospitata alla Lumeteca di Lumezzane.

«Terminata la mostra dell’anno scorso - spiega Zanetti - ho riposto tutte le fotografie e il materiale esposto in alcuni scatoloni in un angolo del mio magazzino insieme alla gigantografia della diga. Ormai credevo che la fotografia, alta 200 centimetri e larga n133, non avrebbe più visto la luce».

Un peccato dal momento che per scattarla, l’anno scorso visitò la zona ben otto volte rimanendovi undici giorni. Per scattarla dovette risalire il torrente Vajont fino ai piedi della diga, con caschetto e stivali da pescatore accompagnato dalla moglie Mariavittoria e dall’amico Lorenzo con la moglie Francesca.

Proprio Lorenzo, che per lavoro ha contatti con il museo Vajont di Longarone, a insaputa di Mirko ha organizzato con i responsabili del museo la donazione della fotografia che sarà quindi esposta in pianta stabile fra i ricordi del Vajont. Zanetti non ci ha pensato molto e sabato 28 settembre ha caricato la foto sul furgone e con la famiglia ed alcuni amici si è recato a Longarone per la consegna. «Marco, un responsabile del museo - racconta Zanetti appena tornato in Valgobbia - ha ricambiato il dono con una visita guidata del museo per tutti noi e mi ha anche regalato diversi libri e dvd sulla storia del Vajont. Una giornata indimenticabile per l’emozione e la soddisfazione di avere portato il mio nome e il nome della città di Lumezzane sul luogo della tragedia. Il mio pensiero va alle vittime del Vajont e a tutti coloro che hanno sofferto e stanno ancora soffrendo per il disastro del 9 ottobre 1963».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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