La Dia di Brescia aumenta l’organico del 20% e punta al dark web
Cresce, ancora, l’interesse della criminalità organizzata per Brescia e il territorio del suo distretto con mafie di ogni matrice attirate dal vivace tessuto economico.
Lo dimostrano le recenti operazioni chiuse dalla Direzione Distrettuale Antimafia e conferma il modo in cui le strutture dello Stato si organizzano per l’azione di contrasto: nel 2025 la Direzione Investigativa Antimafia distrettuale di Brescia, competente nel distretto della Corte d’Appello quindi anche per le province di Bergamo, Cremona e Mantova, avrà un incremento di organico del 20%. Un potenziamento in termini di personale che segue l’innalzamento a Centro Operativo, avvenuto nel 2022, di quella che era stata una semplice Sezione.
Lo ha spiegato il colonnello dei carabinieri Pasquale Del Gaudio, comandante della Dia, a margine della presentazione del calendario istituzionale che si è tenuta nella sede di Brescia e che quest’anno rimanda alla celebre frase di Giovanni Falcone «Follow the money» che invitava gli investigatori a seguire le transazioni finanziarie per scoprire le strutture e i traffici della criminalità organizzata.
Un motto che è anche una indicazione operativa. «Per le mafie ormai l’origine è solo un dato di partenza, fanno affari e aprono collaborazioni con tutti quelli che possono aiutarli a perseguire i loro obiettivi - ha spiegato Del Gaudio. - Il territorio del nostro distretto con la forza e la vivacità del tessuto economico, è particolarmente ambito dalle organizzazioni.
Negli ultimi anni il personale assegnato al nostro centro operativo è raddoppiato e nel prossimo anno crescerà ancora. Con maggiori risorse potremo essere ancora più presenti negli ambiti che ci sono assegnati e potremo ulteriormente ampliare lo spettro dei nostri interventi».
Ancora una volta il riferimento è ai movimenti finanziari, alle indagini per intercettare i flussi di denaro che ruotano attorno alle attività criminali: «Il nostro primo strumento sono le segnalazioni di operazioni sospette che gli operatori sono obbligati a fornire ma stiamo guardando al futuro. La nostra sfida per il domani è quella che riguarda le criptovalute che si stanno imponendo come strumenti preferiti delle mafie». Dove per anni dunque ci sono state le banche clandestine cinesi che facevano rientrare il contante delle operazioni illecite oggi sembra stiano lavorando cyber finanzieri che si muovono nel dark web.
Un riferimento è «all’attività di analisi che non sono quantificabili, come tutte quelle di prevenzione, ma che forniscono elementi che sono poi spunto per approfondimenti investigativi» ha detto il colonnello, aggiungendo che «i movimenti di denaro celano le dinamiche di riciclaggio che dobbiamo contrastare».
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