La compagna di Giacomo Bozzoli è stata interrogata
Antonella Colossi ha lasciato la caserma dei carabinieri di piazza Tebaldo Brusato alle 19.43, quattro ore e mezza dopo avervi fatto ingresso. La compagna di Giacomo Bozzoli ha risposto alle domande degli inquirenti in un lunghissimo interrogatorio in qualità di persona informata dei fatti. All’uscita, sull’auto delle forze dell’ordine, Antonella Colossi era in lacrime.
«Dopo la sentenza di condanna ho avuto uno choc e ho perso la memoria» ha detto agli inquirenti. In effetti, anche dopo l’interrogatorio, ci sono date e dettagli che non tornano e restano da ricostruire.
Il passaggio in Francia
La donna ha riferito di aver dormito con il compagno e il figlio a Cannes dopo aver lasciato l’Italia e di aver perso il suo telefono cellulare proprio durante il soggiorno in Costa Azzurra. Poi ha aggiunto: «Fino alla sera della sentenza io, Giacomo e nostro figlio siamo stati insieme. Non so che fine abbia fatto Giacomo mentre io e mio figlio siamo tornati in Francia con un passaggio in auto e poi mi sono ritrovata su un treno per Milano» ha fatto mettere a verbale la compagna di Giacomo Bozzoli.
Il soggiorno in Spagna
Le date esatte degli spostamenti non sono certe, ma è confermato che dal 20 al 30 giugno un albergo è stato prenotato a Marbella a nome Giacomo Bozzoli. Dopo la Francia, dunque, la coppia e il figlio si sarebbero spostati in Spagna, restando insieme fino al 1 luglio, giorno della sentenza. Successivamente Antonella Colossi ha registrato il passaporto in un’altra struttura a Marbella: qui lei e il bambino dovrebbero essersi separati da Giacomo Bozzoli. Resta da capire dove siano stati Colossi e il figlio il 2 e il 3 luglio, prima del rientro in Italia passando nuovamente dalla Francia.
Il ritorno a casa
La donna e il bambino sono rientrati in Italia con diversi mezzi: dovrebbero aver utilizzato un passaggio in auto fino in Francia, prima di prendere un treno per Milano, dove la donna ha chiamato il padre, che a sua volta ha contattato i carabinieri. Nel pomeriggio Antonella Colossi è poi stata interrogata.
In silenzio fino ad oggi
Dal primo luglio ad oggi la donna - che non risulta registrata in alcun albergo il due e tre luglio - è rimasta in silenzio probabilmente aspettando che il compagno procedesse nel suo viaggio verso la latitanza. Poi oggi la svolta alle 14 quando ha chiamato a casa dei genitori per comunicare al padre di essere arrivata a Milano. A quel padre che ieri aveva lanciato un appello disperato: «Questa vicenda mi sta distruggendo. Mi auguro che il compagno di mia figlia si costituisca al più presto per il bene suo ma soprattutto per quello di mia figlia e del mio nipotino» erano state le parole del padre di Antonella Colossi.
Non è indagata per favoreggiamento
La donna ha sempre creduto nell’innocenza del compagno e per lui era finita anche a processo per falsa testimonianza per via di un fucile trovato durante le indagini sotto il letto della casa di Soiano del Garda. Assolta in primo e secondo grado per particolare tenuità del fatto, attende l’esito della Cassazione dopo che proprio ieri è stata celebrata l’udienza a Roma. Antonella Colossi al momento non risulta indagata per favoreggiamento ed è stata a lungo ascoltata dai carabinieri di Brescia come persona informata sui fatti.
Tanti i «non ricordo» e «non so» pronunciati. A questo punto «la fuga era davvero studiata» si lascia scappare uno degli inquirenti. Con tanto di compleanno del bambino, che sarà in questi giorni, festeggiato ad inizio giugno con i compagni di classe e gli amici. Per far sembrare tutto normale.
Il mistero della Maserati
Tra le cose da capire c’è anche il passaggio della Maserati Levante intestata a Giacomo Bozzoli la mattina del 23 giugno alle 5.51, 5.53 e 6.03 dai portali-lettori targa di Manerba e Desenzano del Garda. Chi era al volante della potente vettura intestata a Giacomo Bozzoli? Lui e la famiglia o i tre erano già in Spagna in vacanza e l’auto è stata affidata ad altri? La compagna di Bozzoli ha spiegato che erano loro quella mattina in auto in partenza verso la Spagna.
Ma è uno degli aspetti che gli inquirenti dovranno capire così come ovviamente l’obiettivo resta quello di bloccare la fuga dell’omicida di Mario Bozzoli, che a questo punto potrebbe aver trasferito nell’arco di nove anni il denaro nella località scelta per scappare dal carcere a vita.
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