La caccia non parte: accolto il ricorso al Tar

Lo avevano presentato alcune associazioni ambientalisti e animaliste: sospesa dunque la delibera di Regione Lombardia, per quel che riguarda le specie avicole, che fissava l’apertura della stagione domenica 15 settembre
Caccia, stagione rinviata
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Domani non apre la caccia alle specie avicole. Il Tar di Milano ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste e animaliste e sospeso la delibera della Regione Lombardia che fissava per domenica 15 settembre l’apertura della caccia.

Gli effetti del provvedimento del Pirellone sono sospesi fino all’udienza del primo ottobre, anticipata rispetto alla data già fissata del 15, quando verranno sentite le parti che ora hanno tempo fino al 30 settembre per presentare memorie e documenti. Il Tribunale amministrativo non ritiene necessario sentire le parti più velocemente.

Quale caccia rinviata e quale no

Sospesa dunque la caccia a tutta l’avifauna, mentre è consentita da domenica 15 settembre la caccia a lepre, mini lepre, coniglio selvatico e volpe. Consentita l’attività di prelievo degli ungulati, così come l’addestramento cani secondo le disposizioni del calendario venatorio.

Il commento dell’assessore regionale

«Una decisione che lascia increduli e che penalizza profondamente i cacciatori lombardi e l'intera amministrazione regionale, che aveva presentato un calendario equilibrato» commenta l'assessore regionale all'agricoltura, sovranità alimentare e foreste Alessandro Beduschi. Fino al 2 ottobre sarà quindi un’apertura limitata solo ad alcune specie, che esclude però tutta l’avifauna.

«Ieri mattina – prosegue Beduschi – avevamo presentato le nostre argomentazioni con urgenza attraverso l'avvocatura regionale, sottolineando come il ricorso fosse anomalo nella forma e nei tempi. Contestare il nostro provvedimento, adottato oltre due mesi fa, a ridosso dell'apertura della stagione venatoria, è un chiaro tentativo di arrecare il massimo danno possibile, senza nemmeno entrare nel merito dei contenuti del calendario. Spiace notare che a differenza di quelli presentati da alcune associazioni venatorie, il nostro atto non sia nemmeno citato nella sentenza, quasi come se non fosse nemmeno stato preso in considerazione».

«L’amministrazione regionale – conclude Beduschi – non si fermerà qui, in quanto continueremo a difendere con forza il diritto dei cacciatori lombardi e a sostenere un calendario venatorio che è frutto di un'attenta pianificazione e di equilibrio. È però triste e per certi versi inaccettabile che un’attività che solo in Lombardia impegna decine di migliaia di cittadini che pagano regolarmente le licenze e che hanno dei diritti costituzionali, sia in balia di tecnicismi burocratico giudiziari».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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