La vasta operazione di Israele in Cisgiordania
L’operazione era nell’aria da settimane. A mettere fretta ai vertici della sicurezza israeliana è stato il fallito attentato a Tel Aviv del 18 agosto, andato a vuoto per il malfunzionamento del detonatore che avrebbe dovuto far esplodere il sofisticato ordigno di otto chili in una sinagoga a sud della città, all’ora della preghiera. L’uomo rimasto ucciso nella deflagrazione era Jaafar Mona, di Nablus, l’assemblaggio della bomba è stato fatto in Cisgiordania. Dove tra la notte di martedì e mercoledì è scattata l’operazione dell’esercito israeliano «più vasta degli ultimi anni», come hanno riferito testimoni palestinesi. Con centinaia di soldati in campo, tank, caccia a supporto, strade chiuse e villaggi palestinesi sigillati.
Cosa dice l’Idf
Un’incursione militare di proporzioni tali che il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen ha interrotto la visita ufficiale in Arabia Saudita per rientrare di corsa a Ramallah. Le forze dell’esercito isrealiano (Idf) hanno individuato tre aree in cui operare, probabilmente per alcuni giorni: Jenin, Tulkarem e il campo profughi di Al Farah, vicino a Tubas, nella Cisgiordania orientale. L’obiettivo, nella versione fornita dalle autorità israeliane, è soprattutto quello di distruggere i laboratori di esplosivi e smembrare la catena completa di trasporto di componenti per costruire bombe. Poi, arrestare e eliminare i «terroristi» che vorrebbero allargare il campo di battaglia dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania, come chiede Yahya Sinwar da Gaza immaginando una guerra estesa contro Israele di tutti i palestinesi dell’area.
L’operazione, fanno notare gli analisti, ha delle analogie con l’attacco preventivo in Libano di domenica: distruggere armi e colpire, sempre secondo le versione di Israele, coloro che stanno pianificando attacchi a Tel Aviv e in tutto il territorio israeliano prima che mettano in atto le minacce lanciate subito dopo il 18 agosto.
Ospedali sotto assedio
Secondo fonti palestinesi, nel blitz cominciato nella notte di mercoledì le truppe dell’Idf hanno fatto irruzione a Jenin coadiuvate da un attacco aereo che ha preso di mira l’area vicina ai villaggi di Sir e Misilyah. In una dichiarazione il braccio armato di Fatah (Abu Mazen è presidente dell’ala politica) ha affermato che sta prendendo parte ai combattimenti, con il lancio di bombe contro le truppe israeliane. Pure la Jihad islamica palestinese, che come Hamas si è rafforzata nella Cisgiordania settentrionale negli ultimi anni, ha rilasciato una dichiarazione in cui parla di «guerra aperta». Mentre Hamas ha accusato lo Stato ebraico di perseguire «un piano più ampio per espandere la guerra di Gaza».
La situazione suscita molta preoccupazione a Ramallah: il portavoce della presidenza dell’Anp ha avvertito che «l’escalation in Cisgiordania contro città, villaggi e i campi di Jenin, Tulkarem e Tubas porterà a risultati terribili e pericolosi».
L’Idf vorrebbe evacuare l’area
Il ministro di Gerusalemme Israel Katz ha infiammato gli animi chiedendo «l’evacuazione temporanea dei palestinesi dall’area (dove sono in corso i combattimenti) come avviene in alcune zone della Striscia di Gaza». E ha sottolineato che «l’Iran sta lavorando per stabilire un fronte orientale finanziando e armando i terroristi e contrabbandando armi sofisticate dalla Giordania». Un annuncio ufficiale di evacuazione da parte dell’Idf non c’è stato ma l’agenzia palestinese Wafa ha scritto che le forze israeliane hanno ordinato ai cittadini del campo profughi di Nur Shams, a est di Tulkarem, di lasciare il luogo e ha imposto il coprifuoco nella zona est di Jenin, impedendo ai residenti di uscire dalle case. Nel frattempo, ha riferito sempre la Wafa, le truppe hanno avviato ampie perquisizioni nelle abitazioni e interrogatori. Aggiungendo che gli ospedali di Jenin e Tulkarem sono stati circondati e le truppe israeliane sarebbero intenzionate a fare irruzione.
L’Idf ha smentito l’intenzione di entrare nelle strutture mediche ma resta l’assedio perché «il nemico usa gli ospedali per rifugiarsi durante gli scontri con le nostre forze e ne abbiamo le prove», ha detto l’esercito israeliano.
La condanna dell’Onu
L’Onu ha dichiarato che l’operazione israeliana «viola il diritto internazionale e rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva».
Latest developments in the occupied West Bank, including Israel's launch of large-scale military operations, are deeply concerning.
— António Guterres (@antonioguterres) August 29, 2024
I strongly condemn the loss of lives, including of children, and I call for an immediate cessation of these operations. pic.twitter.com/ufTWrPcUT7
«Gli ultimi sviluppi nella Cisgiordania occupata, compreso il lancio di operazioni militari su larga scala da parte di Israele, sono profondamente preoccupanti. Condanno fermamente la perdita di vite umane, anche di bambini, e chiedo l'immediata cessazione di queste operazioni», ha scritto su X il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
I coloni
Mercoledì intanto l’Idf ha pubblicato il risultato dell'indagine sull’attacco di coloni israeliani al villaggio palestinese di Jit, definendolo un «atto terroristico contro residenti palestinesi, che l'Idf non è riuscito a proteggere». Nuove sanzioni contro i coloni sono state annunciate in serata dagli Stati Uniti provocando l’ira di Netanyahu.
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