CronacaGarda

Insulti sui social della Locale di Salò: «Erano complimenti»

Chiesta l’archiviazione per i post contro un 44enne disabile, picchiato durante un controllo da due agenti della Locale di Salò poi condannati
Il Palazzo di giustizia - © www.giornaledibrescia.it
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Per chi ha denunciato, quelle frasi scritte sui social sono «insulti tali da costituire un’istigazione alla violenza». Per la Procura si tratta invece di complimenti. Due pareri diametralmente opposti. Al centro del caso ci sono alcuni post pubblicati sulla pagina Facebook della Polizia locale di Salò in merito al pestaggio da parte di due agenti del comando gardesano ai danni di un automobilista che non si era fermato all’alt.

Al volante dell’auto c’era un 44enne gardesano affetto da disabilità certificata per la sindrome di Gilles de la Tourette e che il 24 marzo 2017 venne colpito dai due agenti, riportando la frattura «modestamente scomposta» delle ossa nasali e di una costola.

Un caso che ha già avuto un primo pronunciamento del tribunale, che ha condannato a tre anni e un mese i due poliziotti «i quali, nelle fasi dell’arresto legittimo, hanno aggredito - scrissero i giudici - senza alcuna giustificazione l’automobilista. Ed è provato l’abuso di potere dei due». In attesa del processo d’appello, non ancora fissato, la vicenda si arricchisce di un nuovo capitolo.

Richiesta di archiviazione

La Procura ha infatti chiesto l’archiviazione della denuncia per diffamazione che l’automobilista e il padre avevano sporto per alcuni commenti pubblicati sulla pagina Facebook della Polizia locale di Salò, sotto la foto del volto insanguinato della vittima del pestaggio. Frasi come: «Per me dovevano spaccargli pure le gambe», oppure «Se gli hanno rotto la faccia sono due davvero con le palle». O ancora: «C’è sempre qualche stupido fuori dal coro, complimenti. Capra, capra, capra», «Ottimo lavoro», «grandi», «eroi se lo hanno ridotto così».

Per il pm che ha chiesto l’archiviazione al gip non c’è stata diffamazione. Al contrario «dal tenore delle dichiarazioni postate da alcuni cittadini sulla pagina del gruppo Facebook "Polizia locale di Salò" - scrive il pm - emerge la volontà di congratularsi con gli agenti intervenuti in quanto nel caso di specie si era verificata una situazione di oggettivo rischio per l’incolumità degli stessi».

Le condanne

Va ricordato però che in tutta la vicenda gli unici condannati, a tre anni e un mese, sono stati i due agenti per l’aggressione all’automobilista. «L’unica persona ad aver veramente rischiato per la sua vita è mio figlio Christian, invalido civile all’80% portatore tra l’altro di elettrodi intracranici che a causa dei colpi subiti poteva subire lesioni cerebrali» commenta il padre del 44enne che dopo la richiesta di archiviazione dell’inchiesta per diffamazione ha inviato un esposto al Consiglio superiore della magistratura.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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