Insulti omofobi e poi la spinta allo scultore Tullio Cattaneo: è in ospedale da una settimana

Il bresciano era in coda al supermercato di Carbonia, in Sardegna, quando è stato aggredito: è ricoverato in Neurochirurgia a Cagliari
Lo scultore bresciano Tullio Cattaneo - Foto © www.giornaledibrescia.it
Lo scultore bresciano Tullio Cattaneo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’insulto omofobo, poi la discussione che dal supermercato prosegue fino al parcheggio e infine la spinta violenta che fa cadere a terra lo scultore bresciano Tullio Cattaneo, in ospedale da una settimana. È accaduto in Sardegna, dove Cattaneo era in vacanza con il compagno. Dopo un giorno e mezzo di coma indotto ora è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Cagliari. Sarebbe fuori pericolo, ma resta sotto osservazione a causa dell’esteso ematoma alla testa che ha rimediato dopo la caduta a terra.

«È nato tutto dall’insulto che Tullio ha ricevuto mentre era alla cassa di un supermercato a Carbonia», racconta al telefono Marcello Arienti, il compagno dello scultore. «Un uomo ha detto al cassiere: "Cambio fila perché non voglio stare vicino a quel finocchio di m…”», ricostruisce chi era a fianco dello scultore. «Tullio, infastidito, ha chiesto una spiegazione; ne è nata una discussione verbale che una volta fuori sembrava finita. E invece – prosegue Marcello Arienti – Tullio e il signore si sono incrociati ancora, si sono detti qualcosa fino a quando l’uomo è andato via in auto. Al suo posto è sbucato un amico che ha proseguito la discussione. Mi sono messo in mezzo per calmare gli animi e sono stato colpito con un pugno al volto. Quando mi sono rialzato ho visto che Tullio era a terra. Con gli occhi aperti, ma non parlava», racconta Arienti.

Tullio Cattaneo è stato prima trasportato in codice rosso all’ospedale di Carbonia, poi trasferito a quello di Cagliari, dove i medici lo hanno intubato. Dopo un giorno e mezzo in rianimazione ora è in reparto, ma non è ancora chiaro se dovrà essere sottoposto ad un intervento chirurgico. «È stata un’aggressione nata da quell’insulto omofobo. È vero che a colpirci non è stata la stessa persona, ma un amico. Tullio era infastidito per quella frase che aveva sentito, poi tutto è degenerato in violenza», conclude il compagno dello scultore bresciano.

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