Inchiesta ‘Ndrangheta, il caso dell’omonimia Ruggeri

Tra gli arrestati nella operazione della Procura contro la ‘Ndrangheta che ha portato a 29 misure cautelari in carcere e ai domiciliari c'è Claudio Ruggeri, classe 1972, nato in Svizzera e residente in città. Un soggetto che nulla ha a che vedere con il commercialista e consulente del lavoro, suo omonimo, Claudio Ruggeri nato a Palazzolo sull'Oglio nel 1957 e con studio professionale a Castegnato. Uno sfortunato caso di omonimia che ha però provocato una certa apprensione nel professionista e nei suoi familiari.
Secondo il Gip, il Claudio Ruggeri arrestato «Partecipa a tutte le fasi di pianificazione e di individuazione delle strategie del gruppo, riconoscendo in capo a Tripodi Stefano e Tripodi Francesco il ruolo di vertici del sodalizio e mettendosi a completa disposizione negli interessi della consorteria; coopera con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo, garantendo il collegamento tra i partecipi ed assicurando la supremazia e l'impunità dell’associazione».
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