Incendio in via Chinca, i residenti: «Degrado segnalato da mesi»
L’odore acre e persistente dell’incendio che esce dalle finestre dell’appartamento al piano terra di via Chinca, case popolari dietro l’area della Caffaro, non soffoca la polemica tra i residenti. «Sono mesi che sono state segnalate alla Polizia locale le situazioni equivoche che si sono rilevate in questo condominio gestito da Aler. Gente non residente che va e viene a tutte le ore e che suonano di notte ai vicini per farsi aprire. Porte sfondate in cui entra chiunque e spese condominiali mai pagate che comportano incrementi di oneri per chi invece onora i pagamenti».
È il giorno dopo l’incendio che è scoppiato alle 19 di sabato: «Siamo stati avvisati da alcuni vicini delle fiamme sprigionate nell’appartamento al piano terra. La porta di accesso è da tempo sfondata e l’abitazione non ha corrente. La gente entra ed esce senza difficoltà, in barba ad ogni regola. Lo abbiamo segnalato al Comune e alla Polizia locale. Le pattuglie sono anche uscite ma se il titolare doveva abbandonare i locali e andarsene questo se ne è guardato dal farlo. Anzi... Qualcuno nella confusione che ne è seguita sabato per l’alzarsi del fumo si è allontanato dopo che siamo usciti di casa. Alcuni di questi ridevano della nostra preoccupazione. Ora è il caso che si metta un freno a tutto ciò». Gli animi al civico 6 di via Chinca sono esasperati: «Siamo stufi di pagare i danni fatti da altri alla struttura, mentre dal Comune non fanno nulla. Oggi aspettiamo l’assessore Fenaroli e vogliamo che la Loggia si attivi a nostra e loro tutela».
E in effetti l’assessore Marco Fenaroli ha confermato ieri la sua presenza oggi nello stabile. Per l’Aler una volta che sono intervenuti gli agenti della Locale il problema passa al Comune: «Noi interveniamo con sgomberi di aree occupate e pulizie straordinarie. Portiamo via bombole dalle cantine e mobili lasciati ogni dove, ma non possiamo entrare nelle case o nelle cantine, pena la violazione di domicilio. Il 28 giugno abbiamo fatto uno sgombero generale. Dopo un mese e mezzo siamo però daccapo. Le risorse che abbiamo per 8.500 case che gestiamo a Brescia non lasciano molti spazi».
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