In Valcamonica la Champions league del bridge
Dall’alta finanza al bridge. Una passione per Romain Zaleski. Tanto da decidere di portare la Champions league del gioco di carte in quella che è ormai casa sua, la Vallecamonica.
L’imprenditore e finanziere francese di nascita, di origini polacche, ma naturalizzato italiano, a 91 anni è infatti il capitano della squadra Bridge Breno, compagine che organizza l’edizione 2024 della Coppa campioni d’Europa della disciplina che si svolgerà dal 14 al 16 novembre in Valcamonica «dove arriveranno alcuni dei migliori giocatori al mondo viene assicurato. Una manifestazione che ha ricevuto anche il contributo della Fondazione Tassara, costituita nel 2008 proprio da Zaleski a sostegno dei progetto territoriale nell’ambito della cultura, dell’educazione, dell’istruzione e della formazione».
Che gioco è il bridge
È il gioco di carte più diffuso al mondo tanto da contare oltre un milione e mezzo di agonisti e decine di milioni di appassionati. Universalmente conosciuto con questo nome che sottolinea quel ponte ideale che si forma tra i compagni delle due coppie contrapposte. Anche se gli storici, a proposito del nome, fanno riferimento anche ad una trasformazione del termine russo «Biritch», con cui si indicava un gioco simile nel XIX secolo.
Il gioco diventa attività agonistica attorno al 1930, quando nascono le prime Leghe Nazionali e i vari Organismi internazionali che coordinano e organizzano gare e campionati. Normalmente le gare si disputano in Circoli di Bridge. Il bridge sport, viene praticato in gare, a coppie o a squadre, che si svolgono con un meccanismo di comparazione dei risultati ottenuti dai partecipanti che giocano tutti le medesime smazzate, con la conseguenza che il miglior punteggio sarà ottenuto da chi avrà meglio sfruttato le proprie carte o avrà fatto ottenere un peggior risultato all'avversario.
Per fare bridge agonistico a medio alto livello – come spiega la Federazione Italiana Gioco Bridge – occorrono doti di resistenza e concentrazione non indifferenti, oltre a una idonea preparazione psicofisica, in quanto la fatica e lo stress sono piuttosto pesanti in gare che durano da cinque a quindici giorni consecutivi e richiedono la costante presenza al tavolo per 10/12 ore giornaliere, con sessioni di circa 3 ore ciascuna senza intervallo.
Lo popolarità e lo sviluppo del gioco è dovuto principalmente al fatto che chiunque lo può praticare, a qualsiasi età e in qualsiasi luogo. I costi sono praticamente nulli, e come ricorda la Federazione «favorisce l’aggregazione e la socializzazione, costituisce elemento formativo per i giovani, abituandoli all’osservanza e al rispetto delle regole, all’analisi, alla sintesi, alla deduzione, alla logica e alla razionalità e costituisce altresì elemento sussidiario per gli anziani per i quali diviene una insostituibile palestra di esercitazione mentale».
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