In piazza Vittoria il presidio di «Sanitari per Gaza»: «Serve un cessate il fuoco subito»
Un grido per medici e infermieri di Gaza si leva da Brescia. Oltre un centinaio di persone hanno partecipato questo pomeriggio al presidio organizzato in piazza Vittoria dal comitato bresciano di «Sanitari per Gaza» per denunciare la grave situazione in cui versano ospedali e servizi sanitari nella Striscia, per mancanza di strutture e di personale medico, vittima anch’esso dei bombardamenti, e manifestare sostegno ai colleghi che tra molte difficoltà ancora prestano soccorso alla popolazione civile sul posto.
In camice bianco, diversi rappresentanti del comitato hanno preso la parola: «L’organizzazione sanitaria in questi mesi è stata fatta oggetto di bombardamenti di ospedali e di uccisioni – ha detto una delle coordinatrici –, siamo qui per portare la nostra solidarietà perché non abbiamo mai visto nulla di simile. Urgono un cessate il fuoco immediato, l’apertura di canali di ingresso umanitari di qualunque tipo, l’evacuazione medica dei pazienti critici: oggi ci sono nella Striscia di Gaza almeno 9mila pazienti che necessitano di assistenza specialistica di grande livello, devono poter uscire perché gli ospedali lì non sono più in grado di farlo».
Cosa chiede il comitato
Tra gli obiettivi del comitato, nato a livello nazionale a dicembre e attivo a Brescia da gennaio, ci sono la sensibilizzazione su larga scala, la richiesta al ministero della Salute di mettere a disposizione per i pazienti fragili provenienti da Gaza (bambini, donne incinte, malati oncologici e feriti gravi) l’invio di «delegazioni sanitarie specialistiche» reclutate con l’aiuto di Palmed Italia (Associazione dei medici palestinesi in Italia). «Siamo più di 150 professionisti nel Bresciano e possiamo dire che siamo anche il gruppo più grande a livello nazionale – ha spiegato Plaka Suela, consigliera provinciale intervenuta in piazza Vittoria in veste di coordinatrice di Sanitari per Gaza –. Sappiamo che più di 6mila persone stanno vivendo in carestia totale, per non parlare delle condizioni igienico-sanitarie: non esistono strutture con un livello adeguato neanche per fare i piccoli interventi».
L’ex consigliera comunale Donatella Albini ha ricordato la situazione di donne e bambini: «Vengono fatti cesarei senza anestesia, non ci sono letti, e spesso muoiono, perché mancano acqua, farmaci, possibilità di disinfezioni. Chi come noi ha a che fare con la vita non può che essere dalla parte di queste donne e di questi bambini».
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