«In Piazza con Noi» alle Torbiere, dove parla lo spettacolo della natura
«Un angolo di paradiso» così Flavio Bonardi, presidente dell’ente gestore Riserva Torbiere del Sebino, ha definito l’area di 360 ettari dove specchi d’acqua, canneti, ponticelli sospesi conducono i visitatori alla scoperta di un’oasi naturale. E proprio per il suo valore di zona tutelata, per non creare disturbo all’avifauna qui presente, la trasmissione in diretta di Teletutto (che potete rivedere in cover a questo articolo) si è tenuta ieri mattina senza casse e senza rumori di fondo, nel rispetto del territorio.
La Riserva naturale
Consapevolezza e rispetto sono infatti i due aspetti che più devono essere tenuti in considerazione da chi decide di visitare la Riserva, zona umida ricca di biodiversità che va conservata. Dal 1984 infatti le Torbiere del Sebino sono una «Riserva naturale regionale orientata: rappresentano una delle zone umide più estese della Pianura Padana centrale e questo le rende particolarmente preziose perché la maggior parte delle paludi padane è stata prosciugata per far posto a coltivazioni e costruzioni.
Oltre ad avere un ente che la gestisce, che fa capo ai tre Comuni di Iseo, Provaglio d’Iseo e Cortefranca, la Riserva ha un comitato tecnico scientifico composto da ornitologo, ittiologo e botanico che monitorano la presenza di fauna e flora. Glauco Pattera, il botanico, ha riferito che tra le cinquecento specie vegetali qui presenti, quaranta sono considerate rare e questo patrimonio non solo va valorizzato, ma anche conservato.
Per questo motivo Regione Lombardia, rappresentata ieri dall’assessore Giorgio Maione, ha investito molte risorse e finanziato numerosi progetti sulla biodiversità, e continuerà a farlo. «L’aspetto turistico della Riserva è uno degli equilibri più delicati da mantenere – ha sottolineato il sindaco di Iseo Riccardo Venchiarutti - perché da una parte i visitatori sono moltissimi e contribuiscono a far vivere le Torbiere, ma dall’altra devono essere consapevoli di dove si trovano».
A vigilare sul territorio, che ha delle regole ben precise e dei divieti, ci sono le Gev, le guardie ecologiche volontarie e per chi desidera approfondire la storia e la parte naturalistica ci sono le guide della Riserva. All’interno della Riserva si pratica educazione ambientale: scolaresche e bambini vengono accolti dal personale della cooperativa Cauto che organizza visite guidate e «settimane verdi in natura».
Le attività
Il direttore dell’ente Nicola Della Torre ha ripercorso i progetti in essere come il bando bioclima, che ha permesso di scavare nuove zone umide, dove si sono ripresentati insetti ed animali scomparsi da oltre vent’anni, e la piantumazione di oltre quattromila e cinquecento piante.
Tra le numerose associazioni che si impegnano a far vivere la Riserva, oltre al Gruppo sommozzatori che si occupa sia del contenimento del pesce siluro che di raccogliere le plastiche nella zona delle Lamette, c’è anche il Carp fishing. In alcune zone dell’area infatti è possibile praticare la pesca sportiva e gli esemplari pescati, alcuni superano i venti chilogrammi, sono uno spettacolo che attira i pescatori rispettosi dell’ambiente.
La particolare natura della Riserva ha trovato collegamenti anche con la cultura, la presidente di Fondazione Provincia Brescia Eventi Nicoletta Bontempi ha ricordato come qui si siano svolte tappe dei Festival come «Bellezza crea Bellezza» e «Oro in bocca», a dimostrare come «Entrando in punta di piedi, si possono fare cose straordinarie».
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