In Congo una malattia misteriosa ha ucciso decine di giovani: allerta

La Redazione Web
Simile all’influenza, ha già colpito poco meno di 400 persone, tra cui molti bambini: sarebbero 143 le vittime finora, in particolare tra i 15 e 18 anni
Repubblica Democratica del Congo. Alcuni medici assistono una donna ed il suo bambino, foto d'archivio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Repubblica Democratica del Congo. Alcuni medici assistono una donna ed il suo bambino, foto d'archivio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La Repubblica Democratica del Congo è in «massima allerta» per una misteriosa malattia che ha colpito circa 376 persone nella regione di Panzi, a sud-est di Kinshasa.

I sintomi e l’identificazione

I sintomi includono febbre, tosse, mal di testa e anemia, simili a quelli dell’influenza.

Le autorità sanitarie stanno indagando per identificare il patogeno, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inviato un team per raccogliere campioni. La malattia ha colpito soprattutto bambini sotto i 5 anni e si teme un ulteriore aumento dei casi. 

Secondo quanto riportano i media africani, le autorità sanitarie della Repubblica Democratica del Congo hanno annunciato la morte di 143 persone nella provincia sudoccidentale di Kwangju, al confine con l'Angola. I casi sono stati registrati tra il 10 e il 25 novembre, con 376 persone che si sono ammalate, di cui donne e bambini più colpiti, secondo un epidemiologo locale. La maggior parte delle persone decedute ha un’età compresa tra i 15 e i 18 anni.

Ad oggi, la natura della malattia o la sua modalità di trasmissione non sono state determinate, il che rende più difficile il suo contenimento.

In Italia

Anche l’Italia ha alzato il livello di attenzione sulla malattia ancora sconosciuta. Con una lettera inviata dal ministerodella Salute, visionata da Ansa, si chiede alle Usmaf, gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero della Salute, «di fare attenzione su tutti i punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal Paese».

Le autorità locali in stretta collaborazione con quelle internazionali «stano lavorando per verificare la situazione e fornire una risposta rapida ed efficace a questo nuovo focolaio epidemico che sta colpendpo il paese, già recentemente colpito dall'epidemia di mpox».

L’esperto: «Agire in fretta»

«Si parla di oltre 140 morti, ma potrebbero esserci altre centinaia di vittime nei villaggi non recatesi in ospedale», ha detto Carlo Perno, responsabile di Microbiologia e diagnostica di immunologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. «Inoltre non conosciamo il numero dei contagi totali, importante per determinare il grado di patogenicità. Soprattutto però occorre agire velocemente per effettuare una diagnosi, attivando laboratori mobili disponibili in Italia, in alcuni Paesi europei e negli Stati Uniti approntabili in 24 ore, altamente specializzati con strumenti, tende attrezzate, personale dedicato e sistemi di protezione che consentano di prelevare, trasportare e analizzare il probabile patogeno con macchinari avanzati e avere una diagnosi rapida. L’invio di epidemiologi dell’Oms sul posto è un inizio, ma occorre fare di più».

«La sintomatologia è simil-influenzale», ha continuato, «ma poi le persone muoiono. Si tratta perciò molto probabilmente di una patologia di origine infettiva diversa da quelle conosciute, da un patogeno con un decorso evolutivo molto rapido che può ricordare, e sottolineo può ricordare, i filovirus come ebola».

Non sempre gli ospedali locali sono in grado di fornire assistenza adeguata, secondo lui, e senza corrette precauzioni di contenimento questi «possono diventare centri di diffusione del contagio. I Paesi europei e gli Stati Uniti devono attivarsi velocemente per procedere con l’identificazione del patogeno».

Non è ancora allarme

Secondo Giovanni Rezza, professore di igiene e sanità pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, già dirigente di ricerca dell’Iss, non siamo ancora in una situazione di allarme, «che si avrebbe in caso di presenza di un elemento diagnostico nuovo. Se fosse chiaro che l’intera popolazione è suscettibile e fosse conosciuta la modalità di trasmissione (ad esempio per via aerea), allora ciò costituirebbe un allarme. Ma al momento si tratta di una situazione circoscritta in una zona ristretta, sicuramente molto grave per l’area interessata. La letalità appare molto alta, circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite. Ricorda quanto si osserva per la febbre emorragica, ma i sintomi sono molto diversi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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