In carcere il re dei multistore Aumai: «Artefice di un sistema di frode fiscale»

Tutti lo chiamano Sandro. E oltre al nome fortemente bresciano pare che dal territorio in cui vive da 30 anni abbia preso anche il vizietto della fattura falsa.
È la convinzione della Guardia di Finanza di Monza che all’alba di ieri ha arrestato e portato in carcere il 48enne cinese Wenxu Chen, per tutti Sandro appunto, residente in città a Brescia e capo del gruppo Aumai, il multistore con punti vendita in tutta Italia.
In manette
È accusato di frode fiscale attraverso l’utilizzo di false fatture per 20 milioni di euro. Contestata un’evasione superiore a sei milioni di euro relativamente alle annualità 2020 e 2021. Disposti gli arresti domiciliari al suo braccio destro, la connazionale Xuelian Hu, 45enne soprannominata Serena.
Per i collaboratori Weihe Li, 41 anni e Yuandong Chen, 41 anni è scattata l’interdizione allo svolgimento dell’attività imprenditoriale. Disposto il sequestro di conti correnti riconducibili a 20 ditte individuali e il sequestro finalizzato alla confisca diretta fino a 6 milioni di euro nei confronti di 14 società della galassia Aumai. Wenxu Chen è il principale artefice e fruitore di un articolato sistema di frode fiscale che coinvolge tutte le società del gruppo Aumai operanti a livello transnazionale, destinato a sottrarre, in modo sistematico e costante nel corso del tempo, milioni di euro all’imposizione con massiccio impiego di risorse umane, finanziarie, societarie e organizzative e drenaggio di capitali all’estero scrive il gip nelle 62 pagine di ordinanza di custodia cautelare.
L’intreccio
Il sistema si sarebbe articolato su tre livelli: il primo, A, costituito da società cartiere che nel 2020 e 2021 avrebbero emesso fatture false per 75 milioni di euro. Al livello B c’erano invece società filtro che acquistavano solo sulla carta secondo chi indaga e rivendevano sempre su carta alle aziende del livello C, che era invece costituito da quasi 500 realtà economiche che annotavano le fatture false emesse dalle società del livello B, contabilizzando presunti elementi passivi fittizi da utilizzare per le dichiarazioni di Iva e imposte.
Le accuse
Secondo la ricostruzione accusatoria «l’indagato si avvale di una complessa organizzazione che dirige in modo sapiente e collaudato, utilizzando prestanome ed alimentando giganteschi flussi di capitale verso l’estero ed in particolare verso la Cina a fronte delle fatture per operazioni inesistenti emesse con evidenti fini di riciclaggio o autoriciclaggio».
E non manca il commento, ad indagine in fase iniziale, del giudice che ritiene Wenxu Chen detto Sandro «un soggetto spregiudicato, assolutamente non in grado di orientare positivamente la sua condotta, insensibile all’effetto preventivo di condanne passate in giudicato ed incline e propenso a reiterare il reato pur di conseguire i suoi fini di lucro».
Il braccio destro
Al suo fianco «Sandro» Chen ha sempre avuto una donna, la connazionale Xuelian «Serena» Hu, «soggetto con importanti funzioni di gestione nell’ambito del gruppo Aumai e alter ego di Wenxu Chen» confermano gli inquirenti. Avrebbe contribuito alla realizzazione della frode milionaria scoperta dalla Procura di Monza «assicurando - scrive il gip - l’apparente regolarità contabile e documentale delle operazioni oggetto di falsa fatturazione, oltre che il flusso di capitali sottesi ad operazioni illecite».
Alla base dell’indagine ci sono gli accertamenti del nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, segnalazioni di 231 operazioni sospette relative ad aziende nel settore dell’abbigliamento e analisi dei conti bancari delle società coinvolte.
Il gruppo
(a cura di Erminio Bissolotti)
Articoli per la casa e il fai da te, accessori e capi di abbigliamento: nel 2022, l’attività della AM Group di Rodengo Saiano, una delle due holding finite sotto la lente degli inquirenti e che fa capo per la quota societaria di maggioranza a Wene Zheng (compagna di Wenxu Chen), ha generato un fatturato di 76,5 milioni, registrando una crescita del 19% rispetto all’esercizio precedente e producendo un utile netto di 989mila euro.
Nella Relazione sulla gestione allegata all’ultimo bilancio disponibile, relativo appunto al 2022, l’amministratore unico Weihe Li (indicata come persona di fiducia di Wenxy Chen) ammette che il gruppo sta proseguendo «la propria strategia operativa di consolidamento sul territorio italiano» e da poco ha acquisito un punto vendita a Bovisio Masciago, nella provincia di Monza e Brianza. Oggi, AM Group conta 37 negozi sparsi per il Nord e Centro Italia sotto la nota insegna «Aumai».
Gli affari non andavano invece così a gonfie vele per la seconda holding individuata dagli inquirenti, la CM Shop di Brescia. Nella seconda parte dello scorso anno la società è stata ammessa dal Tribunale alla procedura di concordato preventivo liquidatorio. Già a fine 2022 la sua situazione economico e finanziaria presentava diversi punti critici, a partire da una perdita di oltre 16 milioni di euro.
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