In 20mila a Roma per lo sciopero dell’automotive
È stata «grandissima l’adesione allo sciopero nazionale del settore automotive indetto da Fim, Fiom e Uilm», con «20.000 lavoratori provenienti da tutta Italia che hanno manifestato a Roma insieme per difendere l’occupazione, il lavoro e per rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia e in Europa». Usano queste parole le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm per commentare la manifestazione – alla quale hanno partecipato anche 200 bresciani – organizzata in concomitanza con lo sciopero del settore automotive indetto in modo unitario dai sindacati.
Responsabilità
«La crisi del settore automotive rischia di provocare effetti devastanti per la produzione e l’occupazione. Sono urgenti risposte da parte dell’Unione europea, del Governo e di Stellantis e delle aziende della componentistica», si legge nel comunicato, in cui si chiede che «l’Unione europea sia coerente e rispetto al percorso di elettrificazione stanzi tutte le risorse necessarie a sostenere il settore e a rendere la cosiddetta transizione sostenibile».
Anche il Governo «deve assumersi le sue responsabilità e svolgere un ruolo decisivo. Non è più rinviabile il coinvolgimento della presidenza del Consiglio, del presidente di Stellantis John Elkann e dell’amministratore delegato Carlos Tavares, che insieme alle organizzazioni sindacali, determinino le prospettive dell’automotive nel nostro Paese, per poter dare risposte ai lavoratori degli stabilimenti Stellantis e delle aziende della componentistica».
Secondo i sindacati, il piano industriale di Stellantis «deve prevedere missioni produttive in grado di saturare tutti gli stabilimenti, nonché investimenti in ricerca e più in generale negli enti centrali e invertire la tendenza di cassa integrazione favorendo nuove assunzioni».
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