Imu sul depuratore di Verziano, è lite su quanto versare

Scontro tra il Comune di Brescia, che lo definisce impianto industriale, e A2a Ciclo idrico, che lo considera invece edificio di pubblica utilità
Il depuratore di Verziano è di proprietà di A2a Ciclo idrico
Il depuratore di Verziano è di proprietà di A2a Ciclo idrico
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Il depuratore di Verziano è da ritenersi impianto industriale (come sostiene l’Agenzia delle entrate) oppure edificio di pubblica utilità (secondo invece le valutazione di A2A ciclo idrico che lo gestisce)? Una questione che non è di lana caprina, ma che comporta una diversa cifra da versare nelle casse del Comune di Brescia.

In una delibera del 30 dicembre scorso il Comune ha deciso di procedere con un contenzioso con, appunto, A2A ciclo idrico per il ricalcolo di quanto dovuto per l’anno 2019: la differenza (compresi gli interessi di mora) è di circa 60mila euro. Un contenzioso che però dovrà attendere l’esito di quello già in corso tra la società e l’Agenzia delle entrate, esito che aprirebbe due scenari. Qualora avesse ragione A2A nulla cambierebbe, in caso contrario gli uffici della Loggia dovrebbero procedere con il ricalcolo anche per gli anni successivi al 2019. Ma la partita per la società multiservizi (controllata dai Comuni di Brescia e Milano) rischia di essere molto più ampia, perché se passasse la linea dell’accatastamento come impianti industriali questa a cascata potrebbe avere conseguenze, ovviamente, non solo per Verziano: gli impianti di depurazione gestiti da A2A ciclo idrico sono una cinquantina soltanto in territorio bresciano. Non resta che attendere l’esito del contenzioso.

Il precedente

Una vicenda che segue quella di qualche anno fa, oggetto del contendere sempre l’Imu. Era infatti il 2017 quando A2A ciclo idrico vinceva un altro contenzioso sempre con l’Agenzia delle entrate. Oggetto del contendere erano gli anni tra il 2007 e il 2012, la multiutility contestava a quel tempo il pagamento dell’Ici prima e poi dell’Imu sull’impianto perché da considerare di pubblica utilità e quindi esente.

La commissione tributaria regionale aveva dato ragione ad A2A, decidendo che il Comune di Brescia restituisse 1,6 milioni di euro incassati nel tempo. L’Agenzia delle entrate non aveva fatto ricorso in Cassazione, la sentenza era così diventata esecutiva. Nel tempo però è sorto nuovamente un contenzioso sull’accatastamento, si vedrà ora il nuovo esito. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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