Impianto rifiuti a Carpenedolo, esposto degli ambientalisti all’Anac e in Procura
Il giorno dopo l’acceso Consiglio comunale, seguito da più di 150 persone, il clima in paese rimane rovente e il comitato «Impatto zero», ha presentato un esposto all’Anac e in Procura. Finanziato con 30 milioni di euro dal Pnrr, prosegue nel tumulto generale l’iter per realizzare l’impianto di trattamento rifiuti e produzione di biogas a servizio di 36 Comuni bresciani dalla Bassa alla Valsabbia: duramente contestata, la maggioranza venerdì sera ha respinto la mozione delle opposizioni «Carpenedolo migliore» e «Insieme per Carpenedolo», volta a tutelare i 72mila metri quadrati su cui dovrebbe sorgere la struttura in località Lame.
L’incontro
Nelle piazze virtuali e reali, un fiume di proteste ha animato la comunità in vista di un incontro ad hoc sul tema, in programma martedì alle 20 in oratorio, ma senza possibilità di porre domande dal pubblico. «Ce ne siamo andati noi dall’aula: non ci ha cacciato il sindaco Stefano Tramonti - precisano dal comitato -: lui non ha spiegato cosa vuole costruire in mezzo alla campagna, quali e quanti rifiuti arriveranno e da dove».
Lo stesso sodalizio muove poi un’invettiva ai membri dell’esecutivo: «Avevano l’occasione di ripensare a una scelta fatta due anni fa. Senza dignità, non si sono invece espressi al riguardo e non hanno nemmeno risposto alla nostra lettera aperta con annessa petizione supportata da 1.500 firme: non si fa così politica».
La contestazione
In modo analogo, anche il gruppo di minoranza di «Agorà - Acquafredda in Comune» è contrariato: «Il sindaco ha motivato l’intervento appellandosi alla legge sul consumo di suolo, che consente di espropriare campi in nome della pubblica utilità e deturparli - dicono Stefania Cobelli, Angela Tommaso e Claudio Novelli -: peccato non abbia considerato le indicazioni di Regione Lombardia, secondo cui siti simili sono già in esubero. Ha pure sottolineato che verrebbe occupato "solo" lo 0,28% del terreno agricolo totale del Comune. Intanto è stato speso un milione di euro per un progetto bocciato dal Broletto e il cui responsabile unico si è dimesso». A tali esternazioni se ne sommano altre di cittadini, critici verso un’opera ritenuta «inutile», «costosa», «impattante per l’ambiente e le generazioni future» e «di cui non si conosce la vera ragione per volerla qui».
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