Imparare a riparare: a Canton Mombello un corso per aspiranti calzolai
«Imparare a riparare» avrebbe potuto essere il sottotitolo perfetto del corso di formazione per calzolai artigiani che si sta svolgendo nel carcere di Canton Mombello. Cinquantasei ore dedicate alla formazione di sette detenuti per soddisfare due esigenze: promuovere l’artigianato e favorire il reinserimento.
Lavoro come strumento
«Si tratta di una grande intuizione che è passata attraverso la constatazione che l’elemento principe del trattamento penitenziario è l’attività lavorativa – ha spiegato la presidente del Tribunale di Sorveglianza Monica Calì –, uno strumento che è in grado di abbattere la recidiva del 70/80%».
Il progetto
Si tratta di un progetto pilota nato grazie alla sinergia tra il Gruppo Foppa, l'Associazione Artigiani, il Centro per l'Impiego (Cpi) di Brescia e tre aziende lombarde (Ciac srl, Montech srl e Vibram spa): «I miei allievi hanno dai 25 ai 45 anni e sono entusiasti di imparare qualcosa di nuovo – così ha inquadrato la sua classe il formatore del corso Valter Panada – abbiamo svolto le prime 25 ore e alla fine i ragazzi saranno in grado di riparare una calzatura».
Imparare, quindi, una professione che a Brescia, e non solo, sta pian piano scomparendo come primo passo per riparare la propria vita dal punto di vista sociale dopo un errore che ha portato ad una detenzione.
Speranza
«Assieme a tante altre realtà del nostro territorio realizziamo qualcosa di concreto, di non facile, ma che dà speranza alle persone che qui oggi possono dire “un domani potrò uscire ed avere un mestiere”». È questo lo spirito con cui l’ad del Gruppo Foppa Giovanni Lodrini ha affrontato una sfida che ha coinvolto anche l’Associazione degli Artigiani: «È stata una provocazione stimolante verso noi stessi» ha subito sottolineato Mauro Marenda, presidente dell’Associazione Artigiani, che ha voluto anche ricordare come il predecessore Bortolo Agliardi abbia «gettato il seme di questo progetto, e noi lo abbiamo seguito».
Il programma
Il corso si inserisce nel programma Gol (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Pnrr: «Questo è un esempio di grande sinergia territoriale e il corso si è già rivelato un successo – impossibile senza il sostegno della direttrice del carcere Francesca Paola Lucrezi che ha voluto anche guardare avanti – avrà sicuramente un seguito, oltre alla possibilità di essere replicato da altri enti».
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