Il Tar dà ragione al Comune: «Rimuovere e smaltire i rifiuti all’ex Selca»

Giuliana Mossoni
Per il tribunale amministrativo regionale il ricorso del curatore fallimentare è inammissibile. Venerdì a Berzo Demo si terrà un’assemblea pubblica per parlare del problema
Selca, ricerca dei fondi per la bonifica
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C’è un po’ di movimento, intorno a Selca: dopo i due tavoli in Prefettura delle scorse settimane, il sindaco di Berzo Demo Gian Battista Bernardi, con Legambiente Lombardia e le associazioni ambientaliste, ha organizzato per venerdì l’assemblea pubblica «Ex Selca, una minaccia per la Valcamonica e il Lago d'Iseo che richiede una soluzione urgente», un titolo che rende bene lo spirito dell’incontro.

La sentenza

La data non è stata scelta a caso, visto che in questi giorni era attesa la sentenza del Tar – arrivata lunedì sera – sul ricorso del curatore fallimentare per l’annullamento dell’ordinanza del giugno 2022 del commissario prefettizio, in cui intimava al Fallimento e alla proprietà di provvedere alla rimozione dei rifiuti abbandonati e al loro smaltimento-recupero. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, condannando il curatore a rifondere al Comune le spese, dando quindi una carta in più al territorio camuno per indurre il Fallimento ad agire, per rimuovere i rifiuti e trasportarli in un sito di smaltimento autorizzato (si ipotizza in Austria).

«A seguito della sentenza del Consiglio di Stato sull’ordinanza di messa in sicurezza della falda idrica in capo al curatore – spiega il primo cittadino – è stato possibile per il commissario emettere un’ordinanza nel 2022 di smaltimento dei rifiuti, sempre nei confronti del curatore. Il ricorso presentato dal Fallimento è stato respinto, dando ragione al Comune: ora il curatore dovrebbe provvedere. Se non lo farà di nuovo, siamo pronti ad azioni forti».

I problemi

Peccato che, nel frattempo, gran parte dei fondi presenti nel fallimento siano «volati via», tra tribunali, ricorsi e contro ricorsi. Per rimuovere i rifiuti servirebbero almeno venti milioni di euro e nel fallimento ne sarebbero rimasti solamente due. Un milione è stato poi messo dalla Comunità montana, per iniziare i lavori, con il bando per la rimozione che dovrebbe uscire nelle prossime settimane.

L’incontro

Ma la vicenda e il suo iter appaiono ancora molto complessi. Anche per questo è stata organizzata l’assemblea pubblica di venerdì alle 20 nella sala polifunzionale a Demo. A introdurre sarà Damiano Di Simine di Legambiente, che passerà la parola a Bernardi, a Fabio Cambielli, direttore Arpa Lombardia, a Sandro Bonomelli, presidente Comunità montana, a Giampiero Bressanelli della Provincia, ai rappresentanti dei Comuni del Sebino, del territorio e ai politici regionali e locali.

All’incontro è stato invitato l'assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione, che aveva già altri incontri pubblici confermati in Franciacorta ed è disponibile a trovare un’altra data. «La sentenza Tar è un passo avanti – dice Maione – , la Regione ha destinato un milione dei canoni idrici alla rimozione dei rifiuti, portato il tema in Prefettura, rendendolo prioritario nelle politiche ambientali». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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