Il semaforo che s’ha da fare sulla trafficata via Turati

Barbara Fenotti
Il Comune sta studiando un dispositivo a chiamata per la sicurezza dei pedoni. Manzoni: «Stiamo valutando dove posizionarlo e come regolarlo»
Via Turati a Brescia
Via Turati a Brescia
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Aveva suscitato parecchio clamore, lo scorso mese di febbraio, la cancellazione dei due attraversamenti pedonali su via Turati «per questioni di sicurezza stradale», aveva spiegato la Loggia.

È possibile che possa destarne altrettanto il progetto, attualmente al vaglio dei competenti uffici comunali, che prevede l’installazione di un semaforo pedonale a chiamata lungo la stessa, trafficatissima arteria del ring cittadino. «È in corso uno studio per decidere a che altezza posizionarlo e come regolarne la sincronizzazione», ha dichiarato l’assessore alla Mobilità, Federico Manzoni, a margine di una conferenza stampa che era stata convocata per illustrare gli interventi del progetto «Mobilità Sicura».

Sebbene quella relativa al semaforo pedonale su via Turati non rientri tra gli interventi menzionati ieri, il suo futuro posizionamento attiene sempre al tema della sicurezza stradale e dei pedoni. Dopo la cancellazione dei due attraversamenti pedonali, infatti, il Comune di Brescia e la Polizia locale avevano invitato i pedoni a sfruttare il sottopasso presente a nord di via Turati, oppure l’attraversamento semaforico a sud. Nonostante la pericolosità, però, a molti sarà capitato di adocchiare persone pronte ad approfittare dei pochi secondi di strada sgombra dai mezzi per attraversare a passo svelto.

Sono ugualmente i pedoni e i ciclisti i principali destinatari dei 23 interventi del progetto «Mobilità Sicura», che è incentrato sulla messa in sicurezza di elementi cardine per la mobilità dei cosiddetti «utenti deboli della strada», come, ad esempio, gli attraversamenti stradali, i percorsi pedonali e ciclabili, le fermate del trasporto pubblico. «Il progetto nasce dalla valutazione di istanze e di segnalazioni pervenute dai Consigli di quartiere e dai singoli cittadini – spiegano Manzoni e la responsabile del Servizio tecnico del settore Mobilità, Nadia Bresciani – che, soprattutto in tema di accessibilità, spesso convivono con la disabilità».

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