Il secondo ponte sul Caffaro è costato 2,5 milioni di euro ed è inutilizzato
È costato 2,5 milioni e l’hanno finito nel 2017, ma resta lì inutilizzato. Il «nuovo» ponte sul torrente Caffaro, quello edificato con fondi dei Comuni di confine per realizzare l’ormai tristemente famoso «svincolo asimmetrico» – dal volgo battezzato «rotonda quadrata» – che avrebbe dovuto risolvere i problemi viari legati alla sicurezza al confine fra Lombardia e Trentino. Un punto nevralgico dove transitano 7mila veicoli al giorno, con innesti della viabilità secondaria da una parte e dall’altra del torrente. Si tratta del secondo ponte sul Caffaro, a fianco di quello storico in ferro di inizi Novecento che, ammalorato dal tempo, non se la passa bene. Poi c’è un terzo ponte, piazzato fra i primi due: arriva oggi e servirà a permettere il consolidamento e l’allargamento del primo, ma questa è un’altra storia.
Rimaniamo al secondo, in calcestruzzo: non è mai stato utilizzato, dicevamo, calcato dai veicoli su gomma solo quando si è trattato di verificare se gli angoli di manovra dei mezzi più ingombranti, come autoarticolati e pullman, fossero compatibili col suo utilizzo. E qui ecco la sorpresa: non girano bene, soprattutto quando si tratta di infilare via Campini che porta, tra l’altro, a diverse aziende. Ne è nato un contenzioso legale ancora da risolvere che vede fra i protagonisti il Comune di Bagolino, che ne è proprietario, i progettisti e la ditta alla quale sono stati affidati i lavori: il ponte è da sistemare, ma chi paga?
Nel frattempo, da parte di un consigliere della Provincia autonoma di Trento è arrivata la richiesta di inserirlo fra le numerose opere incompiute che punteggiano l’Italia.
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