Il sacrario del Tonale compie 100 anni: è ancora un simbolo di pace
Non c’era un tempo così favorevole, un secolo fa, quando fu inaugurato il Monumento alla vittoria in Tonale, successivamente divenuto il sacrario-ossario degli alpini. Ieri mattina, per le celebrazioni del centenario, circa un migliaio di persone si è portato al passo, al confine tra Valcamonica e Trentino. A onorare la ricorrenza era presente il labaro nazionale, scortato dal presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero con il generale Alberto Vezzoli, mentre la Messa è stata celebrata davanti al sacrario dal cardinale Giovanni Battista Re.
Il passato
La posa della prima pietra, è stato ricordato ieri, avvenne il 3 settembre 1922 alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Progettato dall’architetto Pietro Del Fabbro, fu inaugurato il 31 agosto 1924, in concomitanza col quinto convegno dell’Ana. Custodisce gli ossari con i resti di 847 militari caduti, di cui 34 ignoti, tra cui la medaglia d’oro al valore militare Franco Tonolini di Breno. Sulla sommità è collocata una vittoria alata in bronzo dello scultore camuno Timo Bortolotti, maggiore degli alpini ferito sull’Ortigara. La cerimonia si è aperta proprio con un omaggio all’artista e con l’ingresso del labaro nazionale.
Memoria
Oltre che la ricorrenza del centenario, si è celebrata in anticipo la giornata dell’unità nazionale e delle forze Armate, come ha ricordato in apertura il presidente dell’Ana di Valcamonica Ciro Ballardini. A richiamare il senso del fare memoria è stato, con un vigore senza pari, il presidente Favero: «Cento anni fa gli alpini si ritrovarono per fare memoria, ricordare e non dimenticare. È un elemento fondamentale essere qui dopo un secolo a ripetere questo messaggio per trasferirlo ai giovani, ai quali dico che per costruire una pace vera si deve parlare di doveri e capacità di condividere con gli altri».
Un richiamo alla pace evocata anche dal cardinale Re: «Il sacrario lancia un messaggio di grande attualità, quello di impegnarci per la pace in un momento tragico che l’umanità sta attraversando. Questo sacrario ci dice che la guerra è sempre una sconfitta, un’inutile strage e significa sempre morte. Le guerre in atto sono più disumane e mostruose di quelle del passato, perché colpiscono direttamente civili, causando morti, distruzione di case, ospedali, scuole. Lancia con forza l’augurio che finalmente prevalga la ragionevolezza e che sia la pace e non la guerra a guidare il destino dell’umanità». La cerimonia ha visto anche gli interventi del sindaco dalignese Ivan Faustinelli, del presidente della Provincia Emanuele Moraschini e del consigliere regionale Diego Invernici.
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