Il presidente Mattarella è tornato a parlare della vita in carcere, citando un detenuto bresciano
Solo ieri è stato pubblicato il rapporto dell’associazione Antigone «Le carceri scoppiano», che certifica – ancora una volta – il livello di sovraffollamento e di degrado del carcere di Canton Mombello di Brescia, secondo solo al San Vittore di Milano.
Oggi, sul sovraffollamento e sulla vita dei reclusi, è tornato a parlare anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia del Ventaglio organizzata dall’Associazione stampa parlamentare. «Vi è un tema che sempre più richiede vera attenzione - ha detto il Capo dello Stato -: quello della situazione nelle carceri. Basta ricordare le decine di suicidi, in poco più dei sei mesi, quest'anno. Condivido con voi una lettera che ho ricevuto da alcuni detenuti di un carcere di Brescia: la descrizione è straziante. Condizioni angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è, e deve essere, l'Italia».
«Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, Non va trasformato in palestra criminale. Vi sono, in atto, alcune, proficue e importanti, attività di recupero attraverso il lavoro. Dimostrano che, in molti casi, è possibile un diverso modello carcerario. È un dovere perseguirlo», ha aggiunto il capo dello Stato.
Le reazioni
«Molto bello e importante che il presidente Mattarella abbia voluto citare la lettera dei detenuti del carcere di Brescia, per richiamare l'attenzione della politica sulle condizioni disastrose in cui vivono i detenuti – ha detto il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd nella commissione Giustizia a Palazzo Madama –. È un segnale di attenzione e apprezzamento per un appello che i detenuti di uno dei carceri peggiori d’Italia hanno voluto rivolgere in modo civile e appassionato alle istituzioni, grazie anche al prezioso lavoro della garante di Brescia, Luisa Ravagnani. C’è solo da sperare che il governo e la maggioranza, sprezzanti e arroganti con le opposizioni, raccolgano l'appello e abbiano il coraggio di cambiare profondamente un decreto carceri che, allo stato, è acqua fresca rispetto alla grave emergenza carceraria».
Così invece ha commentato il presidente dell'Unione delle Camere Penali di Brescia, Stefano Verzeletti: «Il Consiglio direttivo della Camera penale di Brescia esprime il proprio apprezzamento per il fatto che il Presidente della Repubblica abbia voluto sottolineare che non è tollerabile che in un paese civile la detenzione si svolga in condizioni tanto degradanti come quelle che i detenuti sono costretti a subire a Canton Mombello. Sottolinea e ribadisce come sia sempre più assordante il silenzio con il quale buona parte delle forze politiche pretende di rispondere al lancinante urlo di disperazione che si alza, quotidianamente, dal mondo del carcere. Esprime l'auspicio che il ministero si convinca di abbandonare il progetto di ristrutturazione di Canton Mombello, preferendogli un progetto di più ampio respiro in grado di dotare la nostra città di un penitenziario moderno e idoneo al perseguimento della funzione rieducativa della pena secondo lo spirito e il dettato dell'art. 27 della Carta Costituzionale».
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