Il presepe di San Gallo compie 40 anni, la volontaria 93

Nadia Lonati
L’iniziativa nata nel 1985 a Botticino è cresciuta nel tempo, in campo centinaia di persone di tutte le età
Il presepe di San Gallo - © www.giornaledibrescia.it
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Quando il visitatore varca l’ingresso si ritrova sotto un portico, nel mezzo di una corte, dove il giorno e la notte sono animati da scene di vita agreste e il miracolo della vita si rinnova nell’umiltà della mangiatoia, mentre attorno i personaggi danno dinamicità al tutto. Per un’ambientazione che è omaggio e sorta di sintesi delle trentanove precedenti.

Passaggio importante per il presepio dell’oratorio di San Gallo di Botticino, giunto alla sua 40esima edizione. Avviato nel ’85 da due giovani su invito del parroco del tempo, esso si presenta in una veste come sempre tutta nuova, che in qualche modo vuole, appunto, riassumere le precedenti. Su una superficie di 100 metri quadrati, dopo la replica di luoghi ideali e reali, angoli della frazione, ma pure le cave di marmo o la piazza di Mattina, Petra, il deserto, Venezia, o, come nel caso dello scorso anno, in omaggio al suo essere Capitale della Cultura, Brescia, in questo caso vi è uno scenario più tradizionale.

Impegno

Un dettaglio - © www.giornaledibrescia.it
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«L’idea - racconta Renzo, uno di quei due giovani che già c’erano alla prima realizzazione - è stata quella di far entrare la gente nel presepio, fatto da una quotidianità rurale, umile, l’arrivo a Betlemme della Sacra Famiglia è anticipato dal peregrinare con i rifiuti ad ospitarla, fino all’approdo alla mangiatoria, sotto gli occhi di una curiosa che spia da una porta alle spalle».

oco distante, un vecchio, simbolo della tranquillità e della pacatezza di chi sa vivere il tempo, con un gatto accovacciato sulle ginocchia, fuma la pipa, mentre in un altro scorcio una donna lava panni alla fontana e un bimbo ai suoi piedi gioca con l’acqua di un catino. E poi vi sono falegname, pescatore, musicante, e tanti altri.

«È difficile mettere in ordine i ricordi di queste 40 edizioni, diciamo che è come vivere un poco di paradiso tra inciampi, intoppi, ma anche ricordi lieti e condivisioni. Poi l’emozione della gente, gli occhi che brillano, quelli curiosi e attentissimi dei bambini, quelli sono i momenti più belli. Se abbiamo fatto tutta questa strada è proprio per il grande affetto e il sostegno delle persone».

Circa 4.000 quelle che annualmente visitano il presepio, qualche centinaio, invece, i volontari alternatisi in questi decenni: «Siamo partiti che non avevamo nulla, con un primo presepe che pareva eccezionale, ma era più una produzione in grande del presepe di casa, e l’opera, sempre sostenuta dal paese e fatta coinvolgendo all’inizio i miei coetanei, è poi divenuta trasversale alle generazioni, tanto che oggi, dal primo ottobre, impegna dai bimbi della primaria ai nonni, con la collaboratrice più anziana che ha 93 anni». Volontari che prestano i volti anche all’anteprima del presepe, un passaggio esterno visibile 24 ore su 24, a fianco del quale vi è poi la mostra con una trentina di presepi d’autore.

Visite sino al 19 gennaio, i festivi 10.30-12 e 14.30-19 e, fino al 4 gennaio, anche i feriali dalle 14.30 alle 17.30.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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