Il patrimonio della Caffaro sarà ospitato dall’Archivio di Stato

Wilda Nervi
I preziosi documenti che raccontano oltre cento anni di storia industriale saranno custoditi in via Galilei grazie al progetto corale «Cambio di scrittura»
Un’immagine dell’Archivio storico diocesano, tra i promotori del progetto
Un’immagine dell’Archivio storico diocesano, tra i promotori del progetto
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Con l’ultimo convegno si è compiuto il passaggio finale, ma anche di rilancio, del progetto «Cambio di scrittura», promosso un anno fa da Archivio di stato, Archivio storico diocesano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Sistema archivistico di Valle Trompia e Fondazione Micheletti con il sostegno finanziario di Fondazione Asm. Pensato per mettere in comunicazione tutti gli archivi del territorio bresciano (finora 40 gli aderenti), lo stesso progetto è stato al centro di una riflessione su quanto è già stato fatto e soprattutto sui possibili sviluppi futuri, che ha coinvolto anche le realtà più piccole e comunque preziose.

L’attività

Per cominciare, «Cambio di scrittura» ha prodotto numerosi corsi di formazione per docenti e operatori culturali sull’impiego di archivi storici e documenti in esperienze didattiche, e mentre la proposta formativa si delineava sono state rilevate non solo le esperienze positive maturate in questi anni sul versante della salvaguardia, della conservazione e della promozione archivistica, ma anche le criticità dell’ordinaria gestione documentale. Fondamentale è stato quindi il lavoro corale tra gli archivi bresciani che hanno allargato gli orizzonti entro i quali agire, ma anche l’interesse che il corpo docente ha manifestato al fine di trasferire le conoscenze nelle scuole.

Il caso

Non solo. Durante l’anno di attività, l’intreccio di intenti, bisogni ed emergenze si è mostrato e realizzato in modo particolare con il caso dell’archivio storico dell’azienda Caffaro. Una situazione che ha comportato l’intervento del Gruppo di lavoro di «Cambio di Scrittura» a supporto di una realtà in evidente difficoltà per la salvaguardia del proprio patrimonio documentale. Questa esperienza ha posto sul tavolo la necessità di prospettare soluzioni concrete o indicazioni che permettano di superare o almeno tamponare problemi che potrebbero comportare la dispersione del patrimonio. Così è stato fatto e il salvataggio dell’archivio Caffaro, che rappresenta cento anni della storia industriale della città, è oggi opera compiuta: sarà provvisoriamente ospitato nell’Archivio di Stato, in via Galilei, prima di trovare una sede idonea.

«Siamo molto orgogliosi del risultato conseguito nel caso Caffaro – sottolinea la direttrice dell’Archivio diocesano, Lucia Signori –, e non solo. La ricognizione iniziale sul territorio ha consentito nelle fasi successive uno scambio concreto tra gli enti e il dialogo non sempre è facile. Certo è che il progetto “Cambio di scrittura” non termina qui perché intendiamo dare continuità a un lavoro davvero molto proficuo e per certi versi sorprendente». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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