Il papa a La Scuola: «Per i giovani un patto tra educatori e famiglie»
Un patto educativo che metta insieme famiglie, scuole e società. Solo così si potrà trasmettere «fiducia e audacia» ai giovani che stanno costruendo il loro futuro. Con queste parole papa Francesco ha accolto in Vaticano una delegazione dell’editrice La Scuola che quest’anno festeggia 120 anni.
La storia dell’Editrice La Scuola
Il 13 maggio 1904, infatti, sei sacerdoti (Luigi Fossati, Giovanni Marcoli, Ernesto Pasini, Lorenzo Pavanelli, Defendente Salvetti, Angelo Zammarchi) e otto laici (Carlo Barcella, Luigi Bazoli, Leandro Bordoni, Giuseppe Bresciani, Giuseppe Losio, Giorgio Montini, Nicolò Rezzara, Battista Salvi) costituivano la «Società anonima cooperativa di produzione a capitale illimitato» denominata «La Scuola»
Il 28 giugno 1965, san Paolo VI, ricevendo i rappresentanti de La Scuola, alla cui fondazione aveva appunto contribuito il padre Giorgio, così concludeva il suo discorso: «Diamo onore alla vostra consumata scienza pedagogica; diamo incoraggiamento alla vostra attività in servizio della scuola […]; diamo riconoscimento alla vostra sensibilità moderna dei problemi scolastici; diamo lode ai frutti, che già avete così largamente conseguiti; e diamo voti per i forti propositi che spingono la vostra attività, non solo alla conservazione dell’efficienza raggiunta, ma all’audacia altresì di nuovi sviluppi e di nuove conquiste».
Dio e attualità
Ha sottolineato papa Francesco durante l’udienza nella Sala dei Papi (nel discorso disponibile qui): «Osservando oggi la condizione della vostra Società, che con audacia ha acquisito altre due Case editrici di ispirazione cattolica, la Sei e la Capitello, al fine di incidere maggiormente nella scuola, si potrebbe dire che state realizzando i voti del vostro grande Concittadino. La lettura che egli dava allora della situazione, riconoscendo lo sviluppo e la vitalità del vostro gruppo, grazie a Dio è tuttora attuale».
Con i rappresentanti istituzionali dell’editrice erano presenti anche il vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, e mons. Vincenzo Zani, Archivista e Bibliotecario del Vaticano.
Passione per l’educazione
Ha poi proseguito il pontefice: «Passione per l’educazione e formazione dei formatori sono i pilastri sui quali si basano le vostre attività. I libri di testo per gli studenti di ogni ordine e grado, le riviste rivolte ai docenti, le opere di pedagogia, i corsi di formazione per insegnanti, le collaborazioni con l’Università Cattolica del Sacro Cuore: tutto questo dice la consapevolezza che formare ai valori del Vangelo i ragazzi e i giovani significa offrire un contributo essenziale a una società di persone responsabili, capaci di costruire vincoli di fraternità con tutti».
«Le attività che state svolgendo – ha sottolineato ancora papa Bergoglio – preparando libri di testo che aiutano gli studenti a pensare, ad allargare mente e cuore alle varie forme di sapere, a dilatare lo spirito alla storia che ci ha generato, a comprendere il valore anche sociale della religione attestano che state procedendo nel solco avviato dai Soci Fondatori. Le sfide che essi hanno affrontato con coraggio e determinazione sono in buona parte simili a quelle che voi state incontrando. Il cambiamento d’epoca, lungi dall’essere motivo di lamento e di timori, è una nuova opportunità: il futuro è delle nuove generazioni. Pensate all’inizio della nostra cultura europea: la sconfitta di Troia. Cosa ha fatto Enea? Lamentarsi? No. Prende il bambino, prende il papà e vanno avanti. Questo è un po’ l’atteggiamento: quel “sublato montem patre petivi” (Eneide, II, 804). È il modo di andare avanti, è sempre un’opportunità, nei momenti brutti e nei momenti belli. Il futuro è delle nuove generazioni e queste potranno costruirlo se i docenti che voi formate sapranno trasmettere loro fiducia e audacia, se i testi che voi preparate riusciranno a far sviluppare sete di sapere e di sapienza».
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