Il caso Bozzoli non è ancora chiuso: chiesto il processo per Oscar Maggi

Il 46enne operaio della fonderia torna ad essere indagato per omicidio premeditato e distruzione del cadavere. La mossa della Procura della Repubblica ad un mese dal verdetto che ha decretato l’ergastolo per Giacomo Bozzoli.
Oscar Maggi, l'operaio torna ad essere indagato nove anni dopo - © www.giornaledibrescia.it
Oscar Maggi, l'operaio torna ad essere indagato nove anni dopo - © www.giornaledibrescia.it
AA

Per un processo che si è chiuso con sentenza all’ergastolo passata in giudicato lo scorso 1 luglio, ce n’è uno che potrebbe aprirsi a breve: nove anni dopo. La condanna definitiva di Giacomo Bozzoli non ha fatto scendere il sipario sulla vicenda giudiziaria seguita all’omicidio di Mario Bozzoli.

Ad un mese esatto da quel verdetto che ha decretato il carcere a vita per il nipote del 50enne ucciso nella sua fonderia di Marcheno l’8 ottobre del 2015, infatti la Procura della Repubblica, nelle persone del procuratore aggiunto Silvio Bonfigli e del sostituto Benedetta Callea, ha chiesto il rinvio a giudizio di uno dei suoi presunti complici: Oscar Maggi.

Perché Maggi torna ad essere indagato

Indagato sin dall’inizio, insieme a Giacomo, a suo fratello Alex e all’operaio Akwasy Aboagye, ma al pari degli ultimi due archiviato alla chiusura delle indagini, il 46enne originario di Gardone Valtrompia è stato ripescato nel novero dei presunti responsabili del delitto il 30 settembre del 2022 dalla Corte d’assise di primo grado che lo ha indicato come concorrente di Giacomo nel delitto e ha chiesto alla Procura di tornare ad indagarlo per omicidio premeditato e distruzione del cadavere.

Chiari elementi di prova

Contro Oscar Maggi, che quella sera, per sua stessa ammissione, era in fonderia negli istanti in cui per sentenza definitiva il corpo di Mario Bozzoli veniva inserito nel forno grande, gli inquirenti ritengono di avere alcuni chiari elementi di prova. A partire proprio da quel giudicato, che cristallizza alle 19,18 la morte di Bozzoli e fissa la presenza del 46enne operaio di Gardone sul luogo del delitto.

Contro Maggi, inoltre, ci sono le immagini delle telecamere della fonderia, che in quegli istanti lo riprendono mentre sta andando a riavviare l’impianto di aspirazione andato in blocco in seguito alla fumata anomala, ma anche un’intercettazione ambientale nella quale, parlando con Abu in auto, dice che se «Beppe (Ghirardini, l’addetto al forno grande trovato suicida in alta Valcamonica dieci giorni dopo la sparizione di Mario Bozzoli, ndr), se Beppe dice qualcosa di sbagliato siamo rovinati».

Parola al gup

Chiesto il rinvio a giudizio ora la parola passa al gup che dovrà fissare l’udienza preliminare. Oscar Maggi potrebbe decidere di farsi processare in abbreviato, rinunciare a produrre suoi elementi di prova, in cambio di un processo a porte chiuse e dello sconto di un terzo della pena. Sconto che non lo mette comunque al riparo dalla condanna al massimo della pena.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.