Omicidio di Cologne, il meccanico racconterà la sua verità
Riprende con una delle deposizioni più attese il processo a carico di Cristian Mossali, meccanico 53enne di Palazzolo sull’Oglio, accusato di aver ucciso il 40enne kosovaro Rama Nexat, con cui aveva un debito di 30mila euro, e di averne bruciato il cadavere nei campi di Cologne alla fine di agosto del 2022.
Nell’udienza in calendario il primo ottobre infatti è previsto l’esame dell’imputato, che è stato richiesto sia dalla Procura che dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Stefano Forzani e Tomaso Spandrio.
Nel corso delle precedenti udienze sono stati ascoltati i carabinieri che avevano indagato sul delitto e che avevano ricostruito i movimenti della vittima e del presunto colpevole quella mattina, collocando Mossali alla guida dell’auto in cui è stato bruciato il corpo di Rama Nexat pochi minuti prima dell’incendio e a poca distanza. Un militare ha raccontato che lo stesso Mossali gli aveva detto di avere dei timori per la vita di Nexat che «aveva fatto dei lavori sporchi per qualcuno».
Il delitto si è consumato a cavallo dell’ora di pranzo, secondo gli inquirenti all’interno dell’officina, e uno dei dipendenti ha ricordato che quel pomeriggio, al rientro, aveva «sentito uno strano odore di pulito». Determinante, secondo l’accusa, anche la testimonianza del figlio più giovane dell’imputato che ha confermato che, subito dopo i fatti, il padre gli chiese di testimoniare il falso e di cancellare le immagini delle telecamere.
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