Il maltempo non frena la voglia di esserci per dire «no» alle guerre

Francesca Marmaglio
Un centinaio di persone al corteo promosso dalla Tavola della Pace da San Polo a Caionvico
In cammino per la pace
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«La globalizzazione non può e non deve essere solo economica, ma deve essere anche democratica» a dirlo Dante Mantovani della Tavola della Pace, comitato promotore della manifestazione pacifica «Cammino contro lo sterminio del popolo palestinese e contro gli attacchi russi all’Ucraina». Un’iniziativa organizzata in poco tempo, ma frutto della necessità di esprimere dissenso non solo verso i due conflitti, ma anche per l’assenza di una contestazione universale della gente.

La voce del silenzio

La passeggiata, che si è svolta nel pomeriggio con ritrovo alle 14.30 alla parrocchia di Sant’Angela Merici a San Polo e arrivo verso le 16 alla chiesa di Caionvico, ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Tutti muniti di bandiera con la scritta Pace per affrontare un corteo tanto silenzioso quanto rumoroso nel messaggio trasmesso: «Non si può stare zitti e fermi di fronte a quello che sta succedendo così vicino a noi - dicono i manifestanti -. Bisogna sempre pensare che un giorno potrebbe succedere anche a noi e a quel punto vorremmo anche noi la solidarietà del Mondo intero».

Alla manifestazione ha partecipato un centinaio di persone - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Alla manifestazione ha partecipato un centinaio di persone - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

Per la pace, sì quindi, ma anche per risvegliare le coscienze che sembrano essere cieche e inermi davanti alla crudeltà inflitta contro donne, bambini e uomini: «L’obiettivo principale dell’iniziativa viene dalla constatazione che di fronte a queste violenze e guerre soprattutto contro i popoli palestinese e ucraino – spiega Mantovani –, ci sembra ci sia un’indifferenza molto forte, non solo da parte degli Stati che continuano con le stesse logiche, senza proporre cammini di pace, di dialogo e diplomazia, ma anche a livello popolare. Ricordiamo sempre la guerra in Vietnam terminata quando gli americani si accorsero di non poterla vincere, ma anche grazie alla mobilitazione dei popoli di tutto il mondo che manifestarono insieme per la fine di quel conflitto».

Si invoca dunque il risveglio di una coscienza collettiva, insomma, che sappia riappropriarsi di quei diritti, difesi sempre troppo poco, dell’umanità.

Esserci

Un’unione di intenti per denunciare le violenze dei conflitti più vicini all’Europa, ma anche un modo per dimostrare che è un dovere della comunità manifestare contro le ingiustizie: «Oggi più che per creare le basi di una cultura per la pace – ha chiosato Mantovani – credo occorra diffondere una cultura della partecipazione: la gente deve ricominciare a sentirsi responsabile di quanto avviene in tutto il mondo. Certe cose non possono passare inosservate: stiamo vivendo uno dei momenti della storia recente più bui e non possiamo osservare senza ribellarci».

Il corteo, che ha attraversato silenziosamente i quartieri di Sanpolo, di Sanpolino fino ad arrivare a Caionvico, si è concluso con una breve riflessione su quanto sta accadendo e sul bisogno di mobilitazione da parte di tutti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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