Il dinosauro di Franci «vola» col 6° Stormo: è missione compiuta
Il dinosauro di Franci non solo ha imparato a correre così veloce da raggiungere il più ambizioso dei suoi traguardi, ma l’altra sera a Ghedi ha spiegato persino due insospettate ali, «viaggiando» oltre la velocità del suono. Grazie all’impegno e all’ospitalità del Comandante del 6° Stormo, il colonnello Luca Giuseppe Vitaliti, più di 120 persone hanno oltrepassato i cancelli dell’aeroporto militare «Luigi Olivari» per partecipare a un evento preparato nei minimi dettagli per aiutare il progetto Raricomefranci. Il pubblico ha visitato sia l’area espositiva museale sia gli hangar, con i Tornado e i nuovi F-35, ripercorrendo la storia dell’Aeronautica militare e instaurando un dialogo con il personale della Base sui compiti quotidiani a difesa del Paese, sia in supporto ad alcuni incarichi civili sia nei teatri operativi in Iraq, Kuwait e Polonia.
A giornalisti, medici, rappresentanti del Rotary Brescia Est e di vari settori della società civile è stato mostrato il funzionamento di paracadute e distillatori solari: all’imbrunire, la visione di forte impatto del decollo dei velivoli impegnati nell’addestramento notturno, prima della cena salentina e solidale al Circolo Ufficiali.
La ricerca
I fondi raccolti con la SaverioCrea Onlus serviranno alla formazione di un giovane ricercatore e alla genesi di un Centro per la cura di malattie rare, intitolato a Francesco Tedoldi, al Civile di Brescia. Per il colonnello Vitaliti «la partecipazione sempre assicurata alle nostre attività ci inorgoglisce e ci rende felici per la possibilità che ci è concessa di promuovere progetti finalizzati a migliorare e sostenere i cittadini più bisognosi. Raricomefranci ci dimostra come sia sempre possibile e fondamentale di fronte al dolore ed alle difficoltà trovare la forza di reagire perché la speranza e l’impegno per contribuire al benessere della comunità prevalgano sullo sconforto».
Il colonnello descrive così i genitori di Francesco, scomparso a 11 anni: Fiorella e Marco Tedoldi hanno avuto la forza di non chiudersi nella loro sofferenza per aiutare molti altri bambini affetti dalla Malattia di Pompe, malattia neuromuscolare rara. E oggi è proprio il caso di dire: missione compiuta. Raggiunti il giorno dell’evento i 154mila euro necessari allo scopo.
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