Il centrodestra presenta in Loggia un’interrogazione sul futuro di A2A
Un’interrogazione per chiedere chiarezza alla sindaca Laura Castelletti sugli indirizzi, politici e societari, rispetto al futuro di A2A. A presentarla è il centrodestra in Loggia sulla scia delle ultime dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal sindaco di Milano Beppe Sala, che tre giorni fa ha esplicitato: «Più che vendere, se A2A individuasse opzioni di crescita per il bene dell'azienda stessa e del Paese e quindi di integrazione, io non sarei contrario a una diluizione della nostra quota».
Palazzo Marino detiene il 25% più una azione della società guidata da Renato Mazzoncini esattamente come Brescia, a cui è legato attraverso il patto parasociale.
L’allarme
«Queste dichiarazioni non arrivano per la prima volta - sottolinea il presidente della Commissione Bilancio, Fabio Rolfi -. Sala non parla di vendita delle quote, ma di una diluizione che significa uno scenario di acquisizione o fusione di A2A che va ad annacquare tutto il resto. Su queste affermazioni noi ci allarmiamo, pensiamo che siano messaggi che sottendono trattative, ragionamenti e scenari che vorremmo conoscere. Perché ciò che interessa fare a Milano, interessa anche a Brescia visto che c’è un patto. Non si può lasciare tutto così vago, anche perché Sala lo dichiara in maniera plateale».
Il timore espresso dal centrodestra per voce di Mattia Margaroli, Giovanni Posio e Nini Ferrari (Fdi), di Simona Bordonali e Massimo Tacconi (Lega), oltre che di Rolfi (Civica centrodestra) è che con una diluizione delle quote, ossia con l’ingresso di nuovi attori, la città non solo non ci guadagni nulla («non trattandosi di cessione, non ci sarebbe neppure un incasso per il Comune» rimarcano), ma ci perda.
I dividendi
Sotto la lente ci sono i dividendi: «Se aumentano gli attori, si annacquano gli assegni e ricordo che quello di A2A sostiene per oltre il 40 per cento la spesa sociale nel bilancio del nostro Comune» aggiunge Ferrari.
Posio punta l’accento poi sugli asset: «Su una partita di questo tipo bisogna ragionare in modo approfondito: possiamo ad esempio pensare di salvaguardare il teleriscaldamento? Parliamo di una società che impatta direttamente sulle bollette dei cittadini e, lo ricordo, è una quotata in borsa».
Ai quesiti tecnici, se ne aggiunge uno politico: «Vogliamo sapere - precisano Rolfi e Bordonali - se la sindaca sia stata informata preventivamente di queste dichiarazioni, altrimenti è una mancanza di rispetto politico da parte di Sala. Castelletti condivide questo scenario di integrazione societaria? Vorremmo conoscere gli orientamenti della nostra città ed è chiaro che se ne deve discutere in Consiglio comunale e in Commissione. Brescia non può continuare a inseguire Milano».
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