Il 118 di Brescia festeggia trent’anni: 100mila missioni nel 2023

Chi c’era allora e c’è anche oggi lo riassume con due slogan. «Siamo passati dal prendi e scappa» dei primi anni ’90 all’«ospedale che arriva direttamente dal paziente di oggi». In mezzo ci sono 30 anni di evoluzione tecnologica dei mezzi e delle strumentazioni ma soprattutto nella formazione degli operatori che hanno innalzato moltissimo la qualità del soccorso e quindi la sopravvivenza, e la riduzione delle conseguenze, dei pazienti.

La situazione

In queste ore, con una giornata aperta ai dipendenti e alle loro famiglie e un’esposizione di mezzi storici e attuali al Civile, il 118 di Brescia festeggia i suoi primi 30 anni di vita. Un momento che è prima di tutto l’occasione per fare il punto su quello che è oggi l’Aat 118 Brescia all’interno del sistema regionale di Areu.

«Nel 2023 abbiamo completato 100.203 missioni di soccorso, sono oltre 270 al giorno - spiega il direttore Marco Botteri - portate a termine da un gruppo di 70 medici, 202 infermieri e 90 autisti-soccorritori e con la collaborazione di 200 tecnici del soccorso alpino, schierando sul campo tutti i giorni, 24 ore al giorno, un elisoccorso, sei auto con medico a bordo e 15 con infermiere e 43 ambulanze con operatori certificati messi a disposizione dalle associazioni del territorio con circa 4mila volontari che ruotano sui turni». Numeri importanti, soprattutto nella sanità: «In un quadro generale di carenza di organici noi siamo messi bene - conferma Botteri - ma siamo anche noi al limite, meno di così non potremmo continuare a garantire questa copertura del territorio».

Dal 27 marzo 1994, data dell’attivazione della centrale operativa 118 di Brescia, ad oggi è cambiato tantissimo e «con l’appoggio di Areu Brescia può contare sulle migliori attrezzature disponibili ed è sempre stata un laboratorio di sperimentazione» aggiunge il coordinatore infermieristico Fabio Arrighini: «Siamo stati i primi ad inserire i mezzi speciali cioè il motosoccorso, le idroambulanze e ora anche la moto d’acqua e stiamo sperimentando turnazioni in pronto soccorso per i medici e gli infermieri che fanno servizio esterno per migliorare la reciproca conoscenza delle procedure e dei metodi di lavoro».

All’avanguardia

Nel presente del soccorso extraospedaliero ci sono sistemi di videochiamata tra gli equipaggi di base e la centrale operativa, fondamentali per valutare al meglio i sintomi in patologie complicate come l’Ictus, tutti i mezzi hanno il massaggiatore cardiaco automatico, che garantisce un massaggio continuo e di qualità e libera le mani dell’operatore, un ecografo portatile e i dati raccolti sul posto vengono inviati direttamente in centrale «a breve sull’elicottero ci sarà una scorta di sangue, - prosegue Botteri. - Le sperimentazioni hanno chiarito l’importanza di poter fare trasfusioni sul posto, nei casi in cui era disponibile ha fatto la differenza e allungato il tempo di sopravvivenza. Stiamo definendo gli aspetti tecnici».

Sul territorio

Quando il servizio è partito, nel 1994, poteva contare su un elicottero, un’automedica e un’ambulanza. Oggi nella nostra provincia ci sono 64 postazioni di partenza dei mezzi di soccorso: «Stiamo attualmente lavorando per migliorare il posizionamento degli equipaggi in Valcamonica e sul Garda mentre nel 2025 faremo una complessiva rimodulazione di tutte le postazioni sulla base dei dati raccolti negli ultimi anni sul numero di interventi e sulle tempistiche di arrivo».

L’elisoccorso di Brescia poi è uno dei due della Lombardia che ha la possibilità di operare allo stesso modo sia di giorno che di notte, effettuando anche operazioni speciali (cioè calando l’equipe medica con il verricello oppure restando in Hovering, cioè in volo stazionario) ed è finalmente in dirittura d’arrivo la procedura per la nuova base. «Per ora siamo ancora all’aeroporto di Montichiari - conclude Botteri - ma sappiamo che a breve inizieranno i lavori in via Ghislandi e poi avremo una base di altissimo livello».