I medici: «Una riforma copernicana per salvare il Servizio sanitario»
«Impegno, competenza e gentilezza costituiscono l’impegno categorico del nostro mestiere». Parole pronunciate non senza un file di emozione da un «vecchio» medico, una persona che ha dedicato la vita alle persone malate e da anni, nel ruolo di presidente dell’Ordine dei medici di Brescia, anche a coloro che se ne prendono cura. Ottavio Di Stefano, dal palco del Teatro DisPlay del Brixia Forum per l’assemblea annuale, non ha smesso per un attimo il camice bianco per indossare quello, più istituzionale, di riferimento ordinistico. A tratti li ha indossati entrambi, ma il bianco è prevalso, soprattutto quando si è rivolto ai giovani colleghi, i 195 medici e odontoiatri che ieri hanno prestato il giuramento di Ippocrate, molto più di un impegno formale nella vita di chi si deve prendere cura degli altri.
Il discorso
«Vi esprimo una preoccupazione – ha detto Di Stefano, rivolgendosi ai giovani –: quella catena solidale della trasmissione del sapere fare e del saper essere, quella possibilità di rubare il mestiere si è indebolita? La letteratura e, non meno importanti, le esperienze quotidiane di rapporti con i colleghi, evidenziano che questa rima di frattura, se pur in modo non generalizzabile, si è ampliata. La tecnologia che ha fatto un gran bene ai nostri pazienti è diventata preminente, se non invasiva, e il grave disagio delle situazioni lavorative, che oggi molti medici vivono e sopportano, ne sono le cause prime. Ma ancora la letteratura è concorde nel dire che questa relazione fra generazioni sia l’elemento cardine che dobbiamo recuperare per fare buona medicina. Non è solo un’operazione culturale, ma prevede formazione, risorse e profonde rivisitazioni organizzative. E noi quali risposte abbiamo dato, o cercato di dare, a questi e tanti altri dilemmi della nostra professione?».
Interrogativi, da chi e con chi ancora crede profondamente nella professione medica, ai quali seguono risposte che non si sottraggono da un «bagno di realismo» come lo ha definito lo stesso Di Stefano.
La crisi
Mancano molti soldi per garantire un Servizio sanitario per tutti, tenuto conto che la spesa il 21% della spesa sanitaria è completamente a carico dei cittadini. Che fare? «Sapendo che a qualcosa dovremo rinunciare, dovremmo riorganizzare veramente il territorio, ripensare gli ospedali, instaurare un rapporto sinergico e non competitivo con il privato accreditato. E noi? Mancano medici e infermieri, anche se sappiamo che per noi questa è una situazione transitoria. Tuttavia, è indispensabile una seria programmazione degli accessi a Medicina. Per garantire il diritto fondamentale alla salute serve una riforma di sistema, non interventi spot. Una riforma copernicana per la quale noi medici bresciani siamo pronti a fare la nostra parte, attraverso un rigoroso percorso formativo condiviso».
I numeri
Di Stefano ha concluso le dodici pagine di relazione dell’assemblea, l’ultima della consigliatura, con una frase, «perché...pensare oltre fa bene a tutti» che ha consegnato ai presenti come testamento di anni di impegno da presidente dell’Ordine professionale. Anni in cui si è consolidata la collaborazione con gli odontoiatri, per i quali ieri sul palco è intervento Gianmario Fusardi, presidente della Commissione Albo Odontoiatri.
Una convivenza «proficua» nella realtà dell’Ordine che, oggi, conta 8.265 iscritti su base provinciale: vi fanno parte i medici – dai neolaureato agli specializzando, dai medici di famiglia agli specialisti di ospedali e case di cura – e gli odontoiatri. Nello specifico, sono 6.962 gli iscritti all’Albo dei medici chirurghi e 1.303 quelli all’Albo degli Odontoiatri.
Tra i 195 nuovi iscritti (lo scorso anno avevano giurato 884 giovani, ma il numero comprendeva i neomedici dell’ultimo triennio) si conferma, con il 59% del totale, il primato della presenza femminile. Si consolida la presenza di stranieri: sono 18 i neolaureati provenienti da altri Paesi, pari al 9,2% del totale. Il gruppo più numeroso è rappresentato da originari dell’Albania e della Romania. Sono rappresentati anche territori quali Egitto, Libano e Paesi Bassi seguiti, con poche unità, da Camerun, Grecia, Macedonia, Pakistan e Perù.
Il premio al merito 2024 per meriti professionali alla memoria è stato conferito a Giovanni Marini, fondatore dell’Oncologia medica, scomparso nel luglio 2023.
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