I criteri che potranno portare a Brescia l’Adunata nazionale degli alpini nel 2026
Brescia si candida ad ospitare l’Adunata nazionale degli alpini nel 2026 e, ad assegnarla, tradizionalmente in ottobre è il Consiglio direttivo nazionale dell’Ana, che decide a maggioranza. In genere, ma non sempre, le città candidate sono rappresentative, una per ciascuno, dei vari Raggruppamenti, ovvero le quattro macro zone in cui è divisa la realtà alpina italiana: Val d’Aosta-Piemonte-Liguria, Lombardia-Emilia Romagna, Trentino-Veneto-Friuli e Centro-Sud-Isole. Possibilmente, anche se non è una regola fissa, si cerca di alternare l’assegnazione tra le varie zone, ma le eccezioni sono state numerose.
Sono molti i fattori che influenzano la scelta, a cominciare da dimensione della città, viabilità, ricettività alberghiera (dintorni compresi), trasporti, spazi per gli attendamenti, percorso di sfilata, oltre che, naturalmente, peso nella storia ultra centenaria degli alpini.
Dal 2019, però, l’Ana ha introdotto tre criteri vincolanti per ottenere l’Adunata: in primo luogo la sostenibilità economica (perché l’evento ha un costo organizzativo di circa due milioni) che dev’essere garantita da esplicite lettere di sostegno di enti pubblici, realtà imprenditoriali, associative e commerciali; quindi un accordo con gli albergatori che devono garantire prezzi calmierati (ovviamente il singolo esercente che non aderisce agli accordi non è vincolato); infine la disponibilità di duemila giornate/lavoro di volontari alpini. Non soddisfare anche uno solo di questi criteri comporta l’impossibilità di ottenere l’assegnazione.
Le Sezioni devono presentare all’Ana la candidatura con la relativa documentazione entro il 30 giugno.
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