I 35 anni della Fiab Brescia nel ricordo di Corrado Ponzanelli
Aveva una città diversa attorno a sé, quando venne piantato nel 2004, il platano che oggi fa bella mostra di sé a lato della ciclabile del Mella, 300 metri a nord dell’intersezione con via Milano. Tanto c’era ancora da fare, allora, per onorare l’impegno dell’uomo a cui era stato dedicato, Corrado Ponzanelli, tra i fondatori, nel 1989, dell’Associazione Amici della bici, sezione bresciana della Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab), scomparso nel 2003 dopo anni di presidenza e di progetti per la mobilità a due ruote. Lasciò un vuoto, riempito dai suoi compagni a suon di chilometri sui pedali nelle iniziative promosse in vent’anni e dagli sforzi per fare di Brescia una città a misura di bici.
Sforzi che non si sono ancora esauriti, ma che hanno dato frutti: per celebrarli, festeggiare il trentacinquesimo compleanno dell’associazione e ricordarne il fondatore, lunedì scorso, Giornata mondiale della bicicletta, gli Amici della bici si sono riuniti sotto il «platano di Corrado» dopo una pedalata da piazza Loggia: una cerimonia con una cinquantina tra associati, amici e parenti di Ponzanelli (tra cui i figli), in onore del quale è stata apposta una targa sotto il «suo» albero.
«Le 35 candeline di Fiab sono un indice di come le idee di Corrado avevano grandi potenzialità – ha detto il presidente di Amici della bici, Marco Zani –. Sono molto riconoscente a lui e agli altri fondatori: visionari che hanno avuto un’idea della mobilità e una filosofia di vita che si discostava da quella imperante». Da allora Fiab Brescia, oggi con 530 iscritti, non ha fatto che crescere: «È la quarta sezione per iscritti d’Italia», ha spiegato Zani.
Un’associazione che sa essere anche un pungolo positivo per le politiche sulla bici: «Sempre più, anche grazie al vostro lavoro, dobbiamo spingere verso questo mezzo», ha detto l’assessora all’Ambiente del Comune di Brescia Camilla Bianchi. Al platano c’erano anche l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni ed Ettore Brunelli, suo omologo nel 2004: «Fiab è una realtà preziosa – ha detto il primo –, ci hanno sempre spronati a tenere alta l’attenzione sulla ciclabilità: ci siamo fatti contagiare, le opere che abbiamo varato vogliono traguardare una città sempre più a misura di due ruote».
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