La Grande Nevicata del 1985 può ripetersi a Brescia? Ecco come nacque
La storica nevicata del 1985 fu il risultato di un mix di fattori che si incastrarono con un tempismo perfetto, quasi irripetibile. Gli ingranaggi di quel complesso meccanismo atmosferico iniziarono a girare un paio di settimane prima: negli ultimi giorni del 1984 l’attenzione dei meteorologi fu catturata da un improvviso «stratwarming», ovvero un repentino riscaldamento della stratosfera a latitudini polari. Non lasciatevi ingannare dal nome: niente a che vedere con il riscaldamento globale. In questo caso stiamo parlando di un temporaneo, brusco rialzo termico, che avviene a svariate decine di chilometri di altezza dal suolo, in un’area geografica ben definita.
Le conseguenze
È un fenomeno abbastanza raro, i casi più recenti risalgono al 2012 e al 2018, ed ora cercheremo di capire insieme le sue conseguenze: quando si verifica uno «stratwarming», le masse d’aria fredda che in inverno stazionano nelle regioni artiche vengono spinte verso Sud e possono raggiungere anche l’Europa meridionale. Si tratta di correnti gelide, ben diverse rispetto alle deboli e fugaci irruzioni fredde che hanno caratterizzato i nostri inverni più recenti. Nel 1985, durante la prima decade di gennaio, gli effetti di questa particolare configurazione atmosferica si fecero sentire anche in Italia, con abbondanti nevicate al Centro-Sud e temperature da brividi al Nord.
Sotto lo zero
La stazione meteorologica di Ghedi, all’alba dell’11 gennaio, rilevò una minima di -19,4°C, mentre nel momento più «caldo» della giornata la temperatura raggiunse faticosamente i -6,0°C. Anche la città fu stretta nella morsa del gelo, con minime vicine ai -17°C e massime ben al di sotto dello zero. Tutto ciò sarebbe stato più che sufficiente per parlare, a ragion veduta, di evento storico, ma pochi giorni dopo accadde qualcosa di ancor più sorprendente: l’aria fredda iniziò a seguire una traiettoria diversa, incanalandosi attraverso la valle del Rodano e favorendo un brusco peggioramento delle condizioni atmosferiche in tutto il Nord Italia. Nevicò da domenica 13 gennaio a giovedì 17 gennaio, con poche pause, e la coltre bianca, in città, sfiorò il metro di altezza.
La nevicata
E così, nel giro di pochi giorni, il freddo record lasciò il posto alla nevicata più abbondante della nostra storia. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: rivedremo mai qualcosa di simile? Per poter rispondere, dobbiamo ribadire la differenza fra meteo e clima.
Il fatto che le temperature siano in aumento, ormai da decenni, non esclude che possano verificarsi brevi parentesi fredde e nevose. Per non confondere il cambiamento climatico con i singoli episodi basta ripensare a ciò che accadde nel febbraio 2012, quando a Brescia le temperature sfiorarono i -12°C e in molte zone pianeggianti dell’Emilia-Romagna cadde oltre un metro di neve. In un contesto che gioca a sfavore di irruzioni fredde significative, l’eccezione è sempre possibile. I numeri del gennaio 1985 sembrano irripetibili, ma una cosa è certa: in futuro, quando le configurazioni atmosferiche lo consentiranno, potremo rivedere la nostra città sotto una soffice coltre bianca.
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