Gli antichi e introvabili Statuti del Comune di Gardone Val Trompia rivedono la luce
Per ogni morso inferto a una persona occorreva pagare cinque soldi, che diventavano il doppio se la ferita sanguinava. La multa era la stessa per chi levava il berretto a qualcuno senza il suo permesso, mentre coloro che tiravano palle di neve dovevano poi sborsare due soldi per fare ammenda. A leggerle oggi fanno sorridere, ma queste norme venivano prese molto sul serio al tempo in cui furono scritte, il 1456, diventando parte degli Statuti del Comune di Gardone Val Trompia, un documento fondamentale per ricostruire la storia istituzionale di una delle principali piccole patrie della Valtrompia. Valtrompia che, per quanto riguarda il XV secolo, risulta sostanzialmente priva di documenti descrittivi o atti storici.
Il manoscritto
Nel corso del secolo passato tutti i Comuni della Valtrompia, una decina in tutto, che si erano dotati di statuti storici avevano sostanzialmente provveduto alla loro pubblicazione in varie e diverse forme. Mancava all'appello quello di Gardone, che si era dotato di statuti propri intorno alla metà del Quattrocento, ma il cui testo sembrava introvabile. La perseveranza nella ricerca di Giovanni Boccingher, ricercatore archivistico e docente valtrumplino, ha permesso di reperire un manoscritto di 64 pagine alla biblioteca Braidense di Milano. «Si tratta di un testo di notevole significato e valore storico - spiega Boccingher -: sono gli Statuti del Comune di Gardone Val Trompia del 1456 in una copia datata 1551, un documento che rappresenta il tassello più antico della costruzione dell’identità del governo locale costituito da un insieme di cittadini che si autodeterminano ed esprimono il proprio volere per la vita civile in forma scritta».
Dove si può vedere
Il Comune di Gardone ha quindi deciso di rendere fruibile il contenuto del manoscritto per la cittadinanza e gli studiosi tramite un progetto di valorizzazione, che ha avuto come scopo la pubblicazione di un'edizione anastatica, ovvero identica all’originale scritto nel volgare dell’epoca, delle pergamene «Statutti del Commune de Gardone de Valtrumpia». La curatela del volume e l’introduzione sono del prof Giovanni Boccingher, mentre Alan Sandonà, docente di Storia del Diritto medievale e moderno dell'Università degli Studi di Bergamo, si è concentrato soprattutto sugli aspetti propriamente giuridici e più significativi, anche in confronto con altri statuti simili o coevi. Mario Piotti, docente dell'Università Statale di Milano, con una nota linguistica affronta le tematiche legate al linguaggio utilizzato nel testo e gli aspetti più prettamente paleografici. Silvia Serugeri del Museo delle Armi e della tradizione armiera di Gardone si è occupata della revisione.
Chi ha partecipato al progetto
Il progetto ha suscitato interesse tra le realtà locali valtrumpline, che hanno contribuito alla pubblicazione: Officina Culturale Triumplina, la sezione attività culturali Monica Giovanelli della Bottega incisioni Cesare Giovanelli, la Fondazione della Comunità Bresciana, la Fondazione Le Rondini Città di Lumezzane onlus, la Compagnia della Stampa Massetti-Rodella e la Famiglia Gussago di Gardone. La pubblicazione è inserita all’interno del progetto della rassegna «Parliamo di giustizia» organizzata dall’Amministrazione comunale e giunta alla sua seconda edizione: si tratta di un percorso di approfondimento condiviso con la scuola e con la cittadinanza sui temi del diritto, della legalità e della giustizia. La presentazione del volume si terrà mercoledì 17 aprile alle 20.30 nella sala consiliare del municipio di Gardone Val Trompia in via Mazzini 2.
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