Giuseppe Camadini, «uomo di fede, straordinario seminatore di cultura»

Michele Bonetti, Fondazione Tovini: «È stato una figura poliedrica e speciale»
Una serata per ricordare Giuseppe Camadini
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Un appuntamento diventato tradizionale, l’occasione per ritrovarsi tra amici nel nome di una persona che ha lasciato un ricordo indelebile, sia per le opere realizzate che per l’eredità morale e di pensiero: il notaio Giuseppe Camadini.

Saldo nelle radici camune, ha vissuto nel solco di quella tradizione del cattolicesimo bresciano rappresentata, tra le figure più autorevoli, da Giuseppe Tovini e Vittorino Chizzolini. Era nato il 10 giugno 1931, moriva il 25 luglio 2012; in prossimità di quello che sarebbe stato il suo compleanno le istituzioni da lui create (o ad esse strettamente legate) organizzano, appunto, una serata in suo ricordo.

Quindi la Fondazione Giuseppe Tovini (guidata da Camadini per oltre trent’anni) - insieme all’Opera per l’Educazione Cristiana, all’Istituto Paolo VI, all’Associazione Arte e Spiritualità, alla Fondazione Banca San Paolo, all’editrice La Scuola, alla Fondazione Togni Cantoni Marca - ha accolto a Concesio i tanti che per svariati motivi hanno un legame affettivo e di gratitudine nei confronti del notaio Camadini.

Fare memoria

«Siamo qui per fare memoria di un nostro caro amico - ha detto Michele Bonetti, presidente della Fondazione Tovini, ruolo che ricopre dalla morte di Camadini -, un uomo di fede, uno straordinario seminatore di cultura. Giuseppe Camadini è stato una figura poliedrica e speciale; si è impegnato su moltissimi fronti, ma vorrei qui ricordare soprattutto il suo impegno a favore dei giovani: sapeva aiutarli a discernere la strada migliore da seguire e li aiutava poi a percorrerla».

  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
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  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini
    La serata in ricordo del notaio Giuseppe Camadini - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

L’incontro è stato anche l’occasione per consegnare due importanti riconoscimenti: l’artista Sara Munari ha ricevuto il premio Paolo VI per l’arte contemporanea da parte di Giovanni Maria Seccamani Mazzoli, presidente di Arte e Spiritualità; Egidio Tempini, presidente di Fondazione Togni Cantoni Marca, ha consegnato al giovane violinista Leonardo Priori il premio Giulio e Giulio Bruno Togni. Spazio poi a un concerto con Priori al violino e Valentina Gabrieli al pianoforte.

Valori

Franco Polotti, presidente della Fondazione Banca San Paolo, ha ricordato come «l’amico Camadini» si richiamasse costantemente ai valori che avevano animato l’agire dei predecessori, «quelle finalità etiche che sono ancora le nostre linee guida - ha sottolineato -, siamo sempre stati e restiamo fedeli allo spirito toviniano e di san Paolo VI. L’impegno per il bene comune non è mai venuto meno».

A Flavio Pizzini è stato affidato un ricordo più strutturato, ha ripercorso i tanti risultati raggiunti dal notaio Camadini, soffermandosi sul legame con il cardinale Carlo Maria Martini, «avevano certamente differenti vedute, ma il cardinale riconosceva a Camadini capacità fuori dall’ordinario, quel suo agire sempre e comunque in un contesto valoriale ben preciso, un agire che sapeva guardare lontano». Il nipote Pierpaolo Camadini ha sottolineato che il fare memoria dello zio serve «per alimentare energie e valori, per agire nel presente pensando al futuro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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