Giacomo Bozzoli in fuga da solo: cosa è successo negli ultimi 5 giorni

Sparito dai radar dopo la condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario. La compagna nell’interrogatorio conferma che erano sulla Maserati inquadrata dalle telecamere il 23 giugno
Giacomo BozzoliGiacomo Bozzoli - © www.giornaledibrescia.it
Giacomo BozzoliGiacomo Bozzoli - © www.giornaledibrescia.it
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Cinque giorni al cardiopalma. Quelli della famiglia di Giacomo Bozzoli, di certo, e anche quelli degli inquirenti. Dopo la condanna all’ergastolo con sentenza definitiva per l’omicidio dello zio Mario, l’imprenditore è sparito dai radar. Di lui nessuna traccia, o quasi. Ora che la compagna e il figlio sono tornati in Italia, lui prosegue da solo la sua fuga da latitante.

Ricostruiamo punto per punto cosa è successo negli ultimi cinque giorni.

1 luglio, 17.30 - la sentenza di Cassazione

La prima sezione penale della Corte di Cassazione a Roma conferma l’ergastolo per Giacomo Bozzoli. Lui in aula non c’è, nel pubblico in aula c’è suo padre Adelio. La sentenza è definitiva: Giacomo dovrà scontare la pena dell’ergastolo per aver ucciso lo zio la sera dell’8 ottobre 2015 nella fonderia di famiglia a Marcheno. Il ricorso avanzato dagli avvocati Luigi Frattini e Franco Coppi è stato rigettato.

1 luglio, ore 18 - Giacomo non si trova

Gli uffici della Procura di Brescia hanno ricevuto l’estratto della sentenza della Cassazione, atto fondamentale per poter emettere l’ordine di carcerazione. I carabinieri vanno a casa di Giacomo Bozzoli e non trovano nessuno. Secondo il padre Adelio, era nella sua villa di Soiano ad attendere la lettura della sentenza. Non è così.

I carabinieri fuori dalla casa di Giacomo Bozzoli a Soiano del Lago - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
I carabinieri fuori dalla casa di Giacomo Bozzoli a Soiano del Lago - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it

2 luglio - nessuna traccia

Del 39enne, della compagna Antonella e del figlio non c’è nessuna traccia. Tecnicamente non è ancora un latitante: finché non c’è il decreto motivato di latitanza, la polizia giudiziaria non può formalmente compiere indagini sul suo conto.

Secondo i vicini di casa i tre non sarebbero in casa almeno da una decina di giorni. Lo confermano l’erba alta in giardino e la cassetta della posta piena di pubblicità. Il nome di Giacomo Bozzoli è inserito nel database delle forze dell'ordine a livello nazionale affinché possa essere fermato qualora venga trovato in alberghi, aeroporti e porti. I suoi telefoni risultano staccati.

Gli inquirenti si danno 48 ore di tempo «prima di scatenare l’inferno per fargli terra bruciata attorno», viene spiegato da fonti investigative. Le ricerche sono però già iniziate.

3 luglio - telecamere, ipotesi e decreti

La Maserati Levante intestata a Giacomo Bozzoli inquadrata dalle telecamere - © www.giornaledibrescia.it
La Maserati Levante intestata a Giacomo Bozzoli inquadrata dalle telecamere - © www.giornaledibrescia.it

Trapela l’indiscrezione che alle 5.51 del 23 giugno il passaggio della Maserati Levante intestata a Giacomo Bozzoli è stato registrato dal portale di Manerba. Due minuti più tardi ancora, e poi alle 6.03 dal portale di Desenzano. Intanto, il presidente della prima sezione penale di Brescia Roberto Spanò firma il decreto di latitanza. Nel pomeriggio, la procura della Repubblica e la procura generale spiccano mandati di arresto internazionali: le ricerche di Giacomo Bozzoli escono dal territorio nazionale e da quello comunitario, estendendosi oltre i confini Schengen.

Il suocero di Giacomo, padre della compagna dichiara: «Sono in Francia».

3 luglio, ore 22 - la perquisizione

La perquisizione a casa di Bozzoli, dall'inizio alla fine

I carabinieri entrano per la prima volta nella villa di Soiano. In 40 minuti perlustrano le stanze, aprono armadi e cassetti e sequestrano alcuni dispositivi elettronici in uso alla famiglia. Elementi investigativi confermano che Giacomo Bozzoli è all’estero.

4 luglio - gli appelli

Il padre di Antonella, la compagna, lancia un appello: «Questa vicenda mi sta distruggendo. Mi auguro che il compagno di mia figlia si costituisca al più presto per il bene suo, ma soprattutto per quello di mia figlia e del mio nipotino». Lo zio paterno di Giacomo, da Marcheno, si dice convinto che abbia preparato la fuga. L’associazione Penelope, nata a sostegno dei parenti di persone scomparse e parte civile nel processo, invita il latitante a costituirsi.

5 luglio - la Spagna e il presunto depistaggio

Arrivano conferme che il documento di Giacomo Bozzoli è stato registrato in un albergo in Spagna, a Marbella, dal 20 al 30 giugno. Prende dunque corpo l’ipotesi di un clamoroso depistaggio: non sarebbe stato lui a guidare la Maserati inquadrata dalle telecamere lo scorso 23 giugno.

5 luglio - il ritorno della compagna e del figlio

La compagna Antonella e il figlio tornano a Brescia: ad avvisare i carabinieri sono i genitori della 41enne quando i due arrivano in stazione a Chiari. Durante l’interrogatorio, durato quattro ore e mezza, Colossi racconta di essere stata con Giacomo prima in Francia e poi in Spagna, oltre che di aver perso il telefono.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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