CronacaBassa

Ghedi, l’impianto termico rumoroso non fa dormire i vicini: va spento

Gianantonio Frosio
A lamentarsi del rumore sono state le persone che vivono nelle villette accanto ai due condomini. Il Comune ha disposto lo spegnimento immediato con un’ordinanza
La centrale termica al centro delle tensioni a Ghedi - © www.giornaledibrescia.it
La centrale termica al centro delle tensioni a Ghedi - © www.giornaledibrescia.it
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Si ordina di «interrompere con effetto immediato il funzionamento dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento fino agli interventi di bonifica acustica necessari». Ma anche «di produrre, entro 15 giorni, copia dei progetti impiantistici e relazione di dimensionamento dei gruppi frigoriferi e pompe di calore». Si dispone, infine, «di produrre una prova di valutazione di impatto acustico, redatta per il periodo diurno che notturno, precisando che la verifica fornita è da intendersi come atto di attestazione di conformità dei livelli sonori prescritti dalla normativa e il rispetto al limite della zonizzazione acustica comunale».

Sono i passaggi principali dell’ordinanza del Comune di Ghedi che «arresta» l’impianto centralizzato grazie al quale una ventina di famiglie mantengono una temperatura gradevole all’interno degli appartamenti del Nave e del Gregotti, i due condomini che si trovano tra via X Giornate e via Don Lorenzo Tracconaglia a Ghedi. Impianto che da tempo è diventato un incubo, per «l’eccessivo rumore», per le persone che abitano nelle villette vicine.

Il caso

L’ordinanza è frutto di una contesa deflagrata la scorsa primavera. Era accaduto che, sfruttando il 110%, i condòmini avevano reso più efficienti le loro abitazioni, anche realizzando un impianto di riscaldamento centralizzato azionato da grandi pompe di calore. Le quali, se da un lato riuscivano a riscaldare i 20 appartamenti dei due condomini, dall’altro producevano rumore e vibrazioni, che si «scaricavano» nelle villette e nel parco pubblico di via don Tracconaglia.

«Impossibile dormire»

Inevitabile la controversia tra i condòmini e gli abitanti delle villette, molto irritati. «La notte - avevano detto - non riusciamo a dormire per il rumore». Quindi, sentendosi presi per il naso («Guarda caso non hanno messo le pompe sulla terrazza del condominio. No, le hanno piazzate davanti a casa nostra»), si sono rivolti a chi poteva tutelare i loro interessi. Tra questi un tecnico (il geometra Fabio Carera) e il Comune. Da dove, dopo i rilievi del caso, è partita l’ordinanza.

«I condòmini - spiega Carera - hanno fatto presente che, grazie alle pompe di calore, hanno eliminato 20 caldaie singole, contribuendo a rendere l’aria più pulita. Vero, però è anche vero non si può scaricare sugli altri i costi dell’ecosostenibilità». Il sindaco Federico Casali, invece, sottolinea che «l’ordinanza s’è resa necessaria perché c’è di mezzo la salute pubblica. Ovviamente, i condòmini possono presentare ricorso».

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