Gettata dal ponte dell’A4, Giada Zanola temeva che il compagno diffondesse video intimi

La Redazione Web
Tra le molte paure espresse dalla 33enne di origini bresciane alle amiche emerge anche quella che Andrea Favero condividesse in rete dei suoi filmati per ricattarla
Giù dal ponte in A4, Giada forse era già morta
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Tra le molte paure espresse da Giada Zanola alle amiche vi è anche quella che il compagno, Andrea Favero, mettesse in rete dei suoi video intimi per ricattarla. Le amiche lo avrebbero riferito ai poliziotti che stanno svolgendo le indagini sull'omicidio della ragazza di origini bresciane e per il quale Favero si trova in carcere.

I timori di avvelenamento

Dai racconti è emerso che la giovane temeva anche che l'uomo potesse avvelenarla o drogarla. Per questo il medico legale, incaricato dell'autopsia, eseguirà anche gli esami tossicologici, il cui esito sarà disponibile, come riferiscono alcuni quotidiani, entro 30 giorni. Tra i vari accertamenti in programma vi è anche una consulenza tecnico-informatica sul cellulare di Favero, secondo quanto chiesto dalla procura euganea, mentre il telefonino della vittima non è stato ancora ritrovato. La Procura sta attendendo il riscontro da parte della società telefonica dei tabulati del traffico sul numero di Giada nei giorni precedenti la sua morte e anche in quelli successivi. Nel frattempo proseguono gli accertamenti della Squadra Mobile di Padova, e non è escluso che verranno sentiti nuovamente parenti e amici della donna, compreso il suo nuovo compagno, con il quale Giada Zanola avrebbe dovuto iniziare, due giorni fa, a lavorare nel distributore di benzina.

Favero rimane in carcere

Favero rimane nel carcere Due Palazzi dove ieri, nell'interrogatorio di garanzia, presente anche il pm Giorgio Falcone, ha fatto scena muta e non ha voluto neanche rilasciare dichiarazioni spontanee anche se, in precedenza agli investigatori avrebbe fatto alcune ammissioni.

In attesa del via libera dei funerali di Giada, che non saranno a breve, dopodomani il sindaco di Vigonza, comune padovano nel quale viveva la vittima, ha organizzato in serata una fiaccolata, con partenza nel punto del cavalcavia dal quale è stata gettata sull'autostrada.

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