CronacaGarda

Sono 60 anni che si parla di un’alternativa alla Gardesana Occidentale

Simone Bottura
Già negli anni Sessanta erano emerse le problematiche legate al traffico. Ora la Comunità Montana insiste per realizzare un tunnel per bypassare il tratto più critico: sul progetto concorda anche il consigliere provinciale Fontana
  • Traffico intenso sulla Gardesana occidentale
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  • Le gallerie dell'Alto Garda sono strette al punto che creano ingorghi - © www.giornaledibrescia.it
    Traffico intenso sulla Gardesana occidentale
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Di un’alternativa alla Gardesana Occidentale – unico asse viario dell’alto Garda bresciano, concepito per il traffico di un secolo fa – si parla dagli anni Sessanta.

A quell’epoca risale il progetto dell’ingegnere Riccardo Cozzaglio e dell’architetto Alessandro Bazzani della cosiddetta «Gardesana alta» che avrebbe dovuto correre a mezza costa, tra i 200 e i 500 metri, per garantire un’alternativa alla strada costiera, che già allora dava i primi segnali di inadeguatezza di fronte a un traffico turistico crescente (al posto di osservazione Anas di Barbarano nel 1950 si contava una media giornaliera di 1.793 veicoli nei due sensi; nel 1957 erano già saliti a 12.286).
Figuriamoci oggi, in tempi di overtourism (nel 1990 l’intero Garda contava 5 milioni di presenze turistiche, nel 2023 sono state 25 milioni). La Gardesana è sempre intasatissima. Spostarsi, per svago come per lavoro, è spesso un’impresa. E immancabilmente, ogni estate, quando il disagio si fa insopportabile, torna il miraggio del raddoppio della strada. O quanto meno di alcuni tratti.

L’ipotesi di una galleria Tormini-Toscolano

La questione mobilità è in cima all’elenco delle priorità del neo presidente della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano, Franceschino Risatti. L’idea di Risatti è quella di un nuovo tunnel per bypassare il tratto oggi più critico dal punto di vista del traffico, quello da Salò a Toscolano. Una galleria che si infili nella montagna ai Tormini e sbuchi a nord di Toscolano, una decina di km in linea d’aria. I costi sarebbero stratosferici, ma intanto Risatti è intenzionato a predisporre un progetto di fattibilità, da finanziare con i fondi destinati ai Comuni confinanti con il Trentino.

Sulla questione era intervenuto a fine luglio anche il sindaco di Gardone Riviera Adelio Zeni, in occasione dell’incontro a Desenzano con il vicepremier Matteo Salvini: «Si faccia qualcosa per la 45 bis da Salò a Limone», ha detto al ministro.
L’idea del progetto del nuovo tunnel trova concorde anche il consigliere provinciale delegato ai lavori pubblici Paolo Fontana: «È indispensabile che si elabori e si attui un piano lungimirante che guardi al presente e futuro della viabilità del Garda. In questo contesto, il progetto di un nuovo tunnel che, partendo da nord di Toscolano, si colleghi all'area dei Tormini, deve essere approfondito e realizzato».

Per la galleria Gargnano-Tignale ok della Regione

Come dovrebbe essere la galleria tra Gargnano e Tignale - Foto Anas
Come dovrebbe essere la galleria tra Gargnano e Tignale - Foto Anas

È invece ben più che un’ipotesi la nuova variante in galleria per il tratto Gargnano-Tignale, dove la 45 bis è un imbuto per colpa dei tunnel a sezione ogivale D'Acli (930 metri), Eutemia (60 metri) e Dei Ciclopi (655 metri), realizzati negli anni ‘30, troppo stretti e troppo bassi per le auto attuali. Figuriamoci per i grandi bus turistici.

La variante dal km 86+567 e il km 88+800, ovvero tra il primo tunnel dopo Gargnano e il bivio con la Sp 38 per Tignale, è stata progettata. Costo dell’intervento: 126,2 milioni. Si confida di andare in appalto nel 2025. In proposito si registra proprio oggi, venerdì 23, un ulteriore passo avanti nell’iter: Regione Lombardia ha inviato al Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica il parere positivo sulla compatibilità ambientale delle opere di costruzione della galleria in variante.

Ma va risolto il nodo dello stoccaggio dell’enorme quantitativo del materiale di risulta dello scavo (400mila metri cubi), di cui Tignale non vuole farsi carico: significherebbe vedere transitare in paese per due anni una sessantina di camion al giorno.

Su questa questione l’assessore regionale all’Ambiente e Clima Giorgio Maione dichiara: «Siamo disponibili a un confronto con i comuni interessati, Provincia, Anas, Comunità montana e Parco, qualora pervenissero richieste, per cercare soluzioni migliorative all'attuale localizzazione delle aree del cantiere base e delle attività annesse, comprese quelle di smaltimento di materiale inerte, al fine di abbassare ulteriormente l'impatto sul territorio dei lavori di realizzazione dell'opera».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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