«Galassia stalking», presentato a Brescia il libro sulla prevenzione
«Ragazzi, tenete gli occhi bene aperti su cosa succede intorno a voi, soprattutto in gruppo. A volte chiudiamo gli occhi su segnali che sono evidenti. Voi siete in prima linea e solo voi potete accorgervene»: così la psicoterapeuta Adelaide Baldo si è rivolta agli studenti dell’Arnaldo che in Università Cattolica hanno partecipato al seminario organizzato per presentare il libro «Galassia stalking - Riflessioni sui reati e la violenza di genere», evento che si inserisce tra quelli organizzati per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere. In platea c’erano anche gli allievi agenti del 227° corso della scuola di polizia Polgai.
L’incontro
La mattinata si è aperta sulle note di «Late for the date», uno dei temi musicali del film «La La Land»; sono poi seguiti diversi interventi tra i quali quello del presidente Anfp Emanuele Ricifari, del prefetto Polichetti e del questore Spina. L’assessora alle Pari opportunità Anna Frattini ha sottolineato che «quello che ci manca, ma speriamo di accelerare, è che la differenza tra i generi non si traduca in disuguaglianza»; l’assessora regionale all’istruzione Simona Tironi ha posto l’accento sulla necessità di un cambiamento culturale.
Il libro
L’autore del libro «Galassia stalking», Alessandro Miconi, vicequestore a Udine, ha detto che «gli atti persecutori sono particolarmente devastanti per la vittima che a volte arriva a punirsi fino a togliersi la vita per la disperazione e la vergogna. Sono gravi e insidiosi che coinvolgono diverse discipline – ha detto – e ce ne sono di diversi tipi, oltre a quello perpetrato dall’ex: quello lavorativo, condominiale, giudiziario».
Il vicequestore di Brescia Carmelo Alba ha sottolineato l’importanza della prevenzione, non solo di quella culturale: «Gli strumenti giuridici – ha detto – sono importanti misure di prevenzione, soprattutto l’ammonimento del questore che non è un richiamo paternalistico, ma un provvedimento che ha effetti precisi che arrivano anche alla sospensione della patente o a pene più severe nel caso di reiterazione. In molti casi, però, vediamo un cambio nelle persone che lo subiscono perché in quel momento si rendono conto che non si tratta di una dinamica privata».
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