Frode fiscale a Vicenza, indagata anche la coppia che sotterrò 15 milioni di euro in giardino a Gussago

La Guardia di Finanza ha scoperto un giro che ha fruttato 110 milioni di euro riciclati all’estero e riportati in Italia. Diciotto gli indagati
Coniugi dei soldi nell'orto, altri guai
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La Corte d’Appello ha appena blindato le loro condanne, ma i guai non sono finiti per la coppia di Gussago già condannata a quattro anni di carcere per aver sotterrato 15 milioni di euro in giardino.

I coniugi Giuliano Rossini e Silvia Fornari sono infatti finiti nell’indagine della Guardia di Finanza di Vicenza su una maxi frode fiscale che ha fruttato all’organizzazione criminale 110 milioni di euro, riciclati all’estero e trasportati in Italia tramite una rete di «spalloni». Secondo l’accusa l’organizzazione aveva come capo un 52enne di Arzignano (Vicenza).

Il giro criminale

Il denaro inviato all’estero veniva successivamente retrocesso ad aziende del Nord Italia dedite prevalentemente al commercio di materiali ferrosi al netto delle commissioni dell’1,5% spettanti all'organizzazione attraverso l’utilizzo di uno sportello bancario abusivo della cosiddetta «China underground bank», che aveva come referente un cinese dipendente di una ditta del Centro Ingorss Cina di Padova. I finanzieri hanno ricostruito operazioni effettuate attraverso almeno 556 «viaggi». Per il trasporto in sicurezza del denaro, i vertici dell’organizzazione costituivano squadre ad hoc composte in genere da due o più autovetture, prese a noleggio, che facevano anche da vedette per capire se c’erano dei controlli da parte delle forze dell'ordine.

I finanzieri hanno inoltre sequestrato un milione e mezzo di euro tra contanti, 400mila euro, orologi di lusso e lingotti d'oro.

Tra gli indagati

Diciotto gli indagati complessivi di cui 8 in carcere e 5 ai domiciliari. Nell’indagine è finita anche la coppia di coniugi di Gussago già condannati a quattro anni di carcere nell’ambito di un’inchiesta per evasione. 

In una perquisizione domiciliare, con l’ausilio di un’unità cinofila cash dog, nell’abitazione di Chiampo (Vicenza) del principale referente della piazza vicentina, sono stati trovati e sequestrati, tra le altre cose, 84mila euro in contanti e uno smartphone contenente una documentazione precisa della contabilità dei viaggi. Uno degli spalloni, che per ogni singolo viaggio percepiva un minimo di 400 euro, era anche titolare di sussidio di disoccupazione e lavorava in un’azienda conciaria. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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