Un nuovo frantoio nella Bassa Valle Camonica per sfidare il Sebino

Giuliana Mossoni
A Esine e Angolo Terme è corsa al progetto che andrà a recuperare anche i campi incolti
Nella Bassa Valle Camonica sta aumentando la produzione di olive © www.giornaledibrescia.it
Nella Bassa Valle Camonica sta aumentando la produzione di olive © www.giornaledibrescia.it
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Da qualche anno, complice anche il surriscaldamento, pure la terra camuna, in particolare la bassa Valle, è diventata buona per la coltivazione dell’olivo. Si stima che oggi, tra Cividate e Pian Camuno, ci possano essere circa 10mila piante in una trentina di ettari. Un numero sufficiente per la realizzazione di un nuovo frantoio. Ed è per questo che è partita la «corsa» ad accaparrarsi il progetto. Due sarebbero le strutture in via di progettazione, una ad Angolo, nelle ex scuole ormai dismesse, e una a Plemo di Esine, da costruirsi ex novo nei pressi della zona industriale. Quest’ultimo è «sponsorizzato» dalla Comunità montana, che ha già messo a disposizione mezzo milione. Una cifra simile servirebbe per sistemare anche l’immobile di Angolo e acquistare la macchina per la spremitura.

Se ne è parlato nei giorni scorsi in un incontro convocato ad Angolo, al quale hanno partecipato diversi hobbisti e persone interessate. L’iniziativa è partita alcuni mesi fa, con un censimento che ha saggiato il polso degli olivicoltori: ci sarebbero poco meno di 5mila piante tra Angolo e Darfo e un migliaio su Rogno. È già stato dato un incarico a un tecnico per valutare il recupero dell’immobile comunale, mentre si è alla ricerca dei fondi necessari. L’area tra Angolo, Darfo e Rogno fa perno sul lago Moro, dove viene tra l’altro prodotto un olio blasonato, da poco insignito delle due Foglie dalla Guida del Gambero Rosso, quello dell’azienda agricola Scraleca.

Il frantoio di Mazzunno permetterebbe ai piccoli produttori, sia amatoriali sia professionali, di non dover più raggiungere il Sebino per la spremitura, ma anche di recuperare i terreni incolti della bassa Valcamonica. In itinere anche il progetto della Comunità montana, che dovrebbe servire gli agricoltori che producono già discrete quantità di olio e che oggi utilizzano i frantoi sul lago d’Iseo. Già identificato da tempo il tecnico che seguirà l’intervento, compresa la variazione del Pgt di Esine, che indicava l’area come non edificabile. Si tratterebbe del secondo frantoio camuno, visto che una decina d’anni fa ne è stato realizzato uno a Piamborno dalla cooperativa Agricola, adatto però per piccole quantità di olive raccolte dagli hobbisti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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